“Quello? E’ un posto magico”, dice Maria Silvia. Bene, allora diciamo che in Sardegna c’è un posto magico dove una lettera del Papa appena arrivata è passata di mano in mano tra abbracci e sorrisi. Un conforto potente e protettivo, dopo tante calunnie, minacce e persecuzioni, raccontato in riva a un mare dove vedi le nuvole impigliate sulla cima di Tavolara, in tante case che formano una comunità di amici e parenti dove gli accenti del “Continente” si incrociano allegramente con il sassarese e il gallurese. Dov’è? Meglio non dirlo. E’ l’angolo segreto di Francesca Pardi, Maria Silvia Fiengo e dei loro quattro figli. Per loro la privacy non è soltanto una formalità di moda. Tra quelli che le hanno prese di mira ci sono anche cattolici di un integralismo esagitato, oltre a una bella banda di fascisti. Meglio non scherzare, anche se ora Papa Francesco le ha benedette. E non per modo di dire: ha proprio impartito loro l’apostolica benedizione e subito dopo lo ha messo nero su bianco. Sono le fondatrici della casa editrice Lo Stampatello, quella presa di mira recentemente anche dal sindaco di Venezia, l’imprenditore Luigi Brugnaro, che appena insediato con la sua lista civica appoggiata da tutto il centro destra, ha messo al bando dalle scuole ogni libro per bambini che parli “di gender o di genitore 1 e genitore 2”. All’indice, tra tanti piccoli capolavori della letteratura illustrata per l’infanzia, anche gli “infidi” libri di Francesca e Maria Silvia. Per intenderci, storie accompagnate dai disegni di artisti come Altan, racconti su famiglie che possono essere di pinguini, di orsetti o di umani, che come nella realtà possono essere formate da una mamma, un papà e dai figli; oppure da due mamme e dai figli; oppure da due papà e dai figli. Capito il rischio che corrono i nostri scolari se gli mettete questa roba esplosiva sul banco? E non è uno scherzo, perché in certe manifestazioni, tra applausi scroscianti, si è udita anche gente dire che se un bambino a scuola sente parlare di famiglie omogenitoriali, poi torna a casa e fa sesso con lo zio. Sui social, commentando simili pietre preziose della coglioneria omofoba, qualcuno ha consigliato di mandare i carabinieri a casa di chi parla così, giusto per controllare se in famiglia sia tutto a posto. O forse basta uno psichiatra. Ma c’è poco da ridere. Oltre al sindaco “bifolco e bigotto”, come lo definisce un incazzatissimo sir Elton John – che ha casa a Venezia con il marito David Furnish e i loro due figli – con Francesca e Maria Silvia ce l’hanno anche associazioni cattoliche di ogni tipo e gruppi come Forza Nuova e Casa Pound. Le hanno offese facendo riferimento a libri che non esistono, a volumi insidiosi che instillano la “teoria gender” nelle menti permeabili dei bambini. A parte il fatto che se chiedi cosa accidenti sia questa teoria, nessuno te lo spiega bene e ti viene il sospetto che sia una balla della propaganda razzista di ogni tempo, tipo i Protocolli dei Savi di Sion. Ma comunque provate a digitare “Lo Stampatello” su Google e andate a guardarvi il catalogo di questa magnifica casa editrice milanese, fatta con pochi mezzi, tanti sacrifici e senza chiedere finanziamenti a nessuno. Ci trovate titoli insidiosi per la fragile mente dei nostri figli tipo “Piccolo uovo”, “Una giornata di Tobia”, “15 cose da non fare con un fratellino”. E anche roba scabrosa, quale il tenero (e ora l’aggettivo non è ironico) racconto delle differenze che gente come Brugnaro difficilmente capisce. A esempio “Perché hai due mamme?” (chissà se a qualcuno dei figli di Maria Silvia e Francesca qualche insegnante ha mai brutalmente rivolto questa domanda) e “Perché hai due papà?”. Le accuse e gli insulti che le due mamme editrici ricevevano durante comizi, sui social, nei volantini non facevano alcun riferimento alla realtà di questo catalogo: accuse deliranti, fondate su libri inesistenti. E allora Francesca ha fatto un bel pacco con tutti i volumi del catalogo, con le loro accattivanti copertine, e lo ha spedito in Vaticano con una lettera nella quale tra l’altro diceva al Papa: “Non troverebbe tra queste pagine neanche l’ombra di quella teoria del gender di cui questi libri sarebbero lo strumento principale: dov’è che diciamo ai bambini che possono scegliere il proprio genere? Dove parliamo di sesso?” “E così – racconta Francesca – questa estate, mentre uscivo di casa per andare a Linate e volare in Sardegna, dove mi attendevano Maria Silvia e i nostri figli, ho trovato nella cassetta delle lettere una busta con l’intestazione della Segreteria di Stato della Città del Vaticano”. La lettera era firmata da monsignor Peter B. Wells per conto di Francesco: “Sua Santità è grato per il delicato gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito. Auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. E infine la benedizione. “Mi sono imbarcata con la lettera in tasca – racconta Francesca – e al mio arrivo l’abbiamo riletta con Maria Silvia: in spiaggia, con gli amici, i parenti. E ovunque c’erano stupore e gioia, qualunque fosse l’età, l’orientamento politico o quello in materia di sesso. Sono stati momenti bellissimi”. Del resto la Sardegna non è terra di intolleranza. In un’indagine compiuta qualche tempo fa dal Master di giornalismo dell’Ordine nazionale e dell’Università di Sassari, le numerose famiglie omogenitoriali del nostro territorio non lamentavano particolari discriminazioni. Francesca non si illude, non pensa che tutto sia finito: “Il Papa ha risposto con rispetto e accoglienza alla mia lettera e alla presentazione del nostro lavoro, di cui fanno parte anche i libri che parlano di famiglie arcobaleno e questa mi sembra la novità, l’esempio da parte del capo della Chiesa di un parlarsi diverso, di un ascolto verso di noi e i nostri libri che certo non ho mai incontrato da parte dei sostenitori del family day. Tutto qui”. Ma non è poco, anche se il cammino sarà ancora lungo. Lo dimostra a esempio il poco spazio riservato a questa lettera dalla stampa italiana. Mentre all’estero grandi giornali hanno dedicato ampi approfondimenti. Basti per tutti l’inglese The Guardian con un lungo articolo dal titolo “Pope Francis sends letter praising gay children’s book”. Eppure la lettera di accompagnamento di Francesca (che non cita Brugnaro poiché era stata spedita poco prima della sua performance) non era di quelle intrise di pentimento e imploranti perdono, era anzi di una dignitosa e ferma cortesia. Eccone alcuni stralci, vale la pena spenderci un po’ di spazio e di tempo per capire perché il Papa abbia deciso di compiere un gesto così coraggioso. “Sono Francesca Pardi, fondatrice assieme a Maria Silvia Fiengo, della casa editrice per bambini Lo Stampatello. Chissà se ha ricevuto la mia precedente lettera. La scrissi tempo fa per parlarLe della mia famiglia, composta da due mamme e quattro bambini. Oggi Le scrivo di nuovo perché voglio farLe un piccolo omaggio: l’intero catalogo dei nostri libri”. Francesca parla degli attacchi di amato e Adinolfi, sostenuti anche da molte parrocchie in tutta la nazione. Attacchi che “infangando il nostro nome e raccontando falsità sul nostro lavoro, ci offendono profondamente. Allego alla presente una copia del volantino dove fanno uso improprio delle immagini dei nostri libri. Fanno incontri dove ci citano nome e cognome (me e Maria Silvia) dicendo che sosteniamo l’insegnamento della masturbazione ai bambini nelle scuole, aizzando la gente contro di noi” “Io e Maria Silvia abbiamo iniziato questo lavoro e creato la casa editrice per amore dei nostri figli… Non abbiamo l’aiuto economico di nessuno, sosteniamo una politica di inclusione, accoglienza e trasparenza nelle scuole, e nient’altro. Non è ideologia ma solo amore per il prossimo. “Diverse organizzazioni cattoliche si stanno abbassando a comportamenti indegni, deformano la realtà di proposito, proprio loro che dovrebbero mostrare una tempra morale superiore: vorrei tanto che le fermasse. “Questo non è il modo di portare avanti nessuna battaglia, neppure se si è certi di essere nel giusto: diffamazione, mistificazione, scorrettezza non sono sistemi degni della Sua Chiesa. Noi abbiamo rispetto per i cattolici, abbiamo rispetto per chi vede il mondo diversamente da noi e persino per chi non vorrebbe dei figli omosessuali. Del resto io stessa non vorrei un figlio prete, ma non per questo cercherei di impedirgli di prendere i voti se lo desiderasse. Moltissimi cattolici ci restituiscono lo stesso rispetto, perché non possiamo averlo indietro da tutte le gerarchie della Chiesa? È così difficile portare rispetto per chi fa scelte diverse dalle proprie, riconoscere il rigore morale fuori dal proprio giardino? “Questi signori, invece di parlare ai propri seguaci per rinforzare le loro scelte, invece di cercare di convincere le persone con delle argomentazioni valide, infangano di continuo chi compie scelte differenti. Quale educazione può avere origine dalla paura? Come può essere il nostro inferno in terra a diffondere la Vostra parola di Dio? “Vede, nella gran parte dei casi gli omosessuali sono persone per bene e chi di loro è genitore affronta il proprio compito con grande responsabilità e competenza. Io penso che questo sia sufficiente per meritare rispetto, attenzione e interesse per un confronto civile… Un potere che non sa confrontarsi con il cambiamento è un potere fragile e vuoto di contenuti, e invece io penso che Lei presti molta attenzione ai contenuti, per questo mi ostino a cercare di raggiungerLa con la mia voce”. E alla fine si è scoperto che quella voce non si era dispersa nel deserto.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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