Certo di non semplice dizione, questa frase è utilizzata spesso nell’allenamento alla recita da attori e attrici. In un riuscitissimo sketch televisivo il comico Max Tortora, che impersonava l’avvocato del colpevole, su quella frase la sua arringa s’impaperava puntualmente, la lingua gli si ingarbugliava ogni volta su quel “dove vivevate“, costringendo il regista ad estenuanti quanto improduttivi ciack senza riuscire a pronunciarla correttamente, impresa che invece gli riusciva benissimo solo qualche attimo prima o dopo che l’azione della scena e le macchine da presa fossero partite.
Scrivo questo proprio mentre alla radio Vladimir Luxuria e Benny parlano di Tangentopoli e corruzione, riflessioni che solo ieri condividevo su queste pagine.
Ma quella domanda non è una domanda banale, anzi, trovo fondamentale quel -dove vivevate?- che attende una risposta.
Perché ce lo siamo chiesto un po’ tutti, nel vedere cosa tutto tiravano fuori dalle indagini certi Magistrati, di sistemi corrotto/corroborati, ramificazioni estese del malaffare, abominevoli trattative, collusioni e concussioni che perdurano da decenni. Aziende, Industrie, Inceneritori e Poligoni che avvelenano popolazioni intere, abusi edilizi e di ogni altra natura sino all’ultimo anello della catena, il poveraccio che si suicida d’evasione e di nero, solo per non morire dell’evasione altrui. Tutto questo non è nato, non si è creato in due giorni o in una settimana o un mese. Il nostro Paese non è diventato così corrotto da essere “il primo in Europa” dall’oggi al domani, no!
Ci sono voluti decenni di impegno, di “abitudini” e “vizi” sdoganati dal potere e subito fatti propri dal volgo, ci sono voluti i suicidi e le morti di quanti si sono fatti carico di una indignazione mai riuscita a sfogarsi del tutto, mai appagata la sete di Giustizia di troppi mentre la nuova schiera di “Impuniti P2.0” occupava, usurpava il potere come la lingua. Quel “dove vivevate” viene da chiederlo, a tutti gli altri inquirenti et indaganti che non vedevano, o facevano finta. Che non sapevano, o sapevano benissimo. Viene da chiedersi il perché di quei silenzi e di quelle distrazioni così come viene da chiedersi, oggi, la ragione di certe sentenze che ragioni non hanno.
Dove vivevate, all’estero? Ma non è una scusante, anzi, dal di fuori si osservava meglio che qua, la situazione italiana, fuori dove una certa corerenza ed un certo amore per la verità (pur con tutti i limiti della mai interrotta “Censura Atlantica” della quale l’Europa è succube e lo sarà ancora di più con il TTIP attivo) sui mass-media ancora li garantiscono. Vivevate anche voi nel limbo della politica, impegnati a fare carriera con questo o quel partito? Allora non avete scusanti, manc’una! Vivevate per caso in qualche universo parallelo o dentro uno stesso, grande disegno massonico/lobbystico che tutto comprende fuorché gli sfruttabili?
Vivevate altre indagini e altri reati da seguire? Erano davvero così gravi? E chi le dettava, le priorità? Possibile che non vi sia mai venuto il dubbio, il sospetto che steste solo inseguendo spauracchi, capri espiatori sacrificali e spesso innocenti? Grave!
Grave, l’avere creduto alle menzogne, ignorantemente(?), ma la Legge non ammette ignoranza, tantomeno da chi l’amministra, la Legge. Non dovrebbe ammettere nemmeno le distrazioni, la Legge, ma di distratti ce n’erano e ce ne sono ancora troppi, se i nomi di chi si da veramente da fare per uscire dal gattopardismo italico -ormai cronico- stanno sulle dita di due mani e non in ogni Procura, Caserma o Questura. Non dovrebbe ammettere tante cose, la Giustizia, a cominciare dalle scorte tolte proprio a quei Giudici per lasciarle ai politici, compresi quelli per cui il “dove vivevate” deve tenere conto dell’insaputezza domiciliare.
Viene da chiederselo davvero, dov’è che vivevano molti cittadini distratti ed assenti ingiustificati, per tutto questo tempo.
Per quanto tempo hanno mangiato e continueranno a mangiare, insieme, tutti questi? Perché uno se lo chiede poi, “a pensar male”, cosa ci sia davvero, dietro quelle distrazioni e silenzi, dietro certe prescrizioni o assoluzioni. Ci piacerebbe davvero saperlo, in che mondo è che vivevano e vivono, tutti questi, anche perché loro, dove vivevamo e dove viviamo, come vivevamo e come viviamo tutti noi, lo sanno benissimo e gli fa comodo tenerci così, sempre impappinati sulle domande cruciali, sempre insicuri sulle domande difficili.
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