Pensando al chirurgo di Sassari Marco Spissu morto dopo avere operato un uomo infettato da questa attuale peste, ho riflettuto su come si sarebbe comportato babbo in tempi come questi.Lui di epidemie gravi affrontò soltanto la malaria, che qui era un’endemia, ma, trattandosi di zanzare che mordevano libere ovunque, i medici erano esposti al rischio al pari di ogni altro sardo. Però ha fatto anche la guerra. E ricordo un episodio che raccontava con molta autoironia.Era ufficiale medico in Grecia e gli italiani facevano rastrellamenti di partigiani con i tedeschi. Se un soldato non obbediva agli ordini, veniva fucilato insieme ai patrioti greci catturati. “Italiani brava gente”, è il mito che ancora oggi difendiamo.Comunque una notte babbo fu svegliato da una donna che lo implorava di curare il marito che si era fatto male mentre lavorava nei campi. Lavorava nei campi di notte? I suoi sospetti furono confermati quando lo visitò e vide un bel foro di entrata di M 91 in dotazione al regio esercito. Però aveva fatto il giuramento di Ippocrate e cominciò a curarlo mentre quello urlava perché non c’era anestetico a disposizione.Babbo ancora non aveva imparato il greco moderno così bene come poi lo avrebbe parlato per tutta la vita. E così quando quello urlò-Giatrè mou! Giatrè mou! (dottore mio!)Lui rispose seccato, mentre armeggiava di bisturi e pinza-Trema, trema quanto vuoi ma stattene zitto ché se ti sentono ci ammazzano tutti e due!Lo raccontava in famiglia per farsi prendere in giro e spesso veniva accontentato, sorvolando tutti, lui compreso, sul fatto che per roba del genere si danno le medaglie (e infatti una, per un’altra faccenda, l’ha pure avuta).E quindi penso che anche in questo caso si sarebbe comportato bene. Da dottore.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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