Mi chiedo se, arrivati a questo punto, per Mariano Brianda non sia più conveniente lasciare perdere e, in parole povere, mandare educatamente tutti a quel paese. O meglio, costituire una sua lista indipendente che il Pd, per evitare l’estinzione, non potrebbe fare altro che appoggiare con educata discrezione. Leggo sulla Nuova Sardegna che il segretario provinciale del Pd Gianpiero Cordedda non sapeva che qualcuno del suo partito avesse chiesto al magistrato di candidarsi alla carica di sindaco di Sassari. Lo stesso Cordedda informa che la federazione del partito non aveva ordinato il sondaggio telefonico che ha posto il nome di Brianda alla pari di altre ipotesi di candidatura: cioè una mossa che di fatto rischia di togliere forza elettorale a una figura di altissimo livello sulla quale difficilmente un partito in tale crisi di immagine avrebbe potuto contare.Molti commenti all’interno del partito, trapelati nei social e in altre conversazioni, inducono a ritenere che sarà molto difficile per Mariano Brianda ottenere quell’autonomia che pone come condizione irrinunciabile per la sua candidatura. Secondo me non gli permetteranno di formare una giunta senza condizionamenti, non gli permetteranno di evitare che una maggioranza consiliare gli volti le spalle ogni volta che le sue decisioni non saranno approvate da chi comanda nel partito, non gli permetteranno di fare il sindaco espressione reale di una coalizione di centro sinistra.Ma soprattutto, con queste premesse, non gli permetteranno di vincere le elezioni.Come si può pretendere di recuperare le migliaia e migliaia di voti che dalla sinistra sono finiti nell’astensione, nel M5S, persino nella destra, presentando la solita immagine di un partito autoreferente e supponente, convinto di avere al suo interno le risorse umane utili a non riconsegnare Sassari alla destra, a contribuire a contenere l’ondata populista e reazionaria che sta travolgendo ogni angolo del Paese.Forse con Brianda sarebbe stato possibile. Ma soltanto presentandolo come un candidato fortemente voluto, proprio nella sua autonomia e nel suo prestigio, da tutto il centro sinistra, e non come l’oggetto di una trattativa interna il cui linguaggio e i cui scopi sono proprio quelli che hanno deteriorato l’immagine del Pd.Al Pd sanno che Mariano Brianda non è condizionabile come purtroppo per lui lo è stato Nicola Sanna. Il sindaco uscente aveva un senso di appartenenza al partito che lo ha portato a una immeritata morte politica. Lo hanno costretto a rimpasti e controrimpasti, lo hanno condizionato con ripetute minacce di crisi. Se Sanna la prima volta che è stato messo in minoranza avesse avuto il coraggio di dimettersi e denunciare alla città i mandanti della crisi e le loro motivazioni, molto probabilmente sarebbe stato rieletto trionfalmente e forse ora sarebbe in grado di ricandidarsi con possibilità di vittoria. Questo mandato amministrativo che si avvia alla conclusione viene invece percepito come un fallimento. E in realtà non è il fallimento di un uomo capace e onesto qual è Nicola Sanna, ma è il fallimento del partito al quale Sanna non ha avuto il coraggio di ribellarsi, perché sul piano esistenziale, psicologico, culturale e politico quella era la sua casa.Brianda no, lui si ribellerebbe, eccome. Al Pd lo sanno bene. Quindi perché dovrebbero aiutare un candidato sindaco che non sarebbero in grado di condizionare?Arrivati a questo punto mi chiedo se davvero ci sia un Pd diverso, una misteriosa “base” che vuole l’unico candidato potenzialmente vincente ma inevitabilmente indipendente. Il Pd locale è ormai diventato un partito in cui non vedo molte aperture verso l’esterno. Tanti iscritti che avevano una visione diversa o non hanno rinnovato l’iscrizione o si sono allontanati dalla vita di partito. Ho il sospetto che a diffidare di questo straniero, di questo magistrato che viene a “casa nostra a dettarci le regole”, non sia una minoranza di capi bastone, ma proprio una discreta rappresentanza di ciò che resta della parte attiva del partito.E se le cose stanno così, Brianda farebbe bene a non fidarsi.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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