Mi sono sempre chiesto come riescano certi politici con doppio, triplo o quadruplo incarico a trovare il tempo per curare, con la stessa attenzione, ciascuno di questi ruoli istituzionali. Consiglieri comunali/presidenti di Consorzi industriali/presidenti di autorità portuali/ deputati o senatori della Repubblica e altro ancora, con l’ulteriore intralcio di un’attività professionale da seguire. Due, tre, quattro poltrone per uno. Esemplifico col caso più classico. Come fa un consigliere regionale, che è sindaco di un Comune distante magari centinaia di chilometri, a stare al tempo stesso a Cagliari e nel Comune X? Saranno persone con un’intelligenza notevolmente superiore alla media, capaci di dettare contemporaneamente tre lettere diverse come era in grado di fare Napoleone? La loro giornata durerà più delle 24 ore? Boh.
Rappresentare un territorio in Regione è senz’altro occupazione a tempo pieno, lo stesso dicasi per chi da una comunità è stato investito del ruolo di sindaco.
Come faranno a studiare, scrivere e firmare un’ordinanza comunale, poniamo pure un’ordinanza urgente di carattere sanitario, stando a 300 chilometri di distanza, magari nel mezzo di una riunione di commissione o di una seduta del Consiglio regionale?
Se qualcuno si permette sommessamente di far notare questa impossibilità a far coesistere più impegni, loro ti rispondono che un consigliere regionale può meglio rappresentare le istanze della sua comunità se di quella comunità è anche primo cittadino. Naturalmente, un nutrito codazzo di seguaci sostiene questa tesi. Io, in genere rispondo con un’altra domanda. Perché? Perché mai un consigliere regionale dovrebbe essere limitato nelle sue funzioni, se non è sindaco di qualche Comune? Io credo che il doppio incarico serva in realtà solo a chi lo detiene, per accrescere il proprio potere. Accumulare incarichi permette di coltivare clientele ed ambizioni, anche per raggiungere più prestigiosi traguardi istituzionali. Nel caso di sindaci/consiglieri regionali, basta dare un’occhiata agli atti amministrativi dei Comuni di quei sindaci per capire come funziona.
Tempo fa rimasi sorpreso dal cambio di fronte politico di un professionista di mia conoscenza che, improvvisamente, mi ritrovai nel comitato elettorale di un candidato/sindaco alle elezioni regionali. La scelta mi lasciò stupito, perché il candidato apparteneva ad un’area politica opposta rispetto a quella nella quale il professionista, dichiaratamente, si riconosceva.
Ieri ho guardato la bacheca del Comune del candidato/ sindaco e ho trovato l’affidamento di un incarico a quel professionista, per inciso in possesso di una buona dote di voti.
Non credo di dover spiegare altro: il sistema funziona così. La scelta è, ovviamente, del tutto legale e credo che ormai siano in pochi a chiedersi quanto incidano queste forme di clientelismo sulle casse pubbliche, ancora meno quelli che ne fanno una questione etica. La questione sarebbe questa: si può ripagare con fondi pubblici la fedeltà politica?
Poi ci ritroviamo con sindaci che si lamentano per l’esiguità dei trasferimenti concessi dallo Stato e per la penuria di fondi a disposizione dei Comuni. Quelli per gli amici, però, non mancano mai.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
16marzo1978: il giorno in cui persi l’innocenza. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Gatti, amore e carabinieri. (di Giampaolo Cassitta)
Buon compleanno Principe! (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto davvero i Maneskin! (di Giampaolo Cassitta)
Break news: Fedez e Francesca Michielin vincono il Festival di Sanremo.
Grazie dei fior. (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto i Maneskin. Anzi, no. (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.622 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design