La’ nella pampa sconfinata dove le pistole dettano legge, il caballero misterioso cerca la bellissima donna che gli ha incendiato il cuore. S’ode un grido nella pampa: “Carmencita abita qui?”. Alzi la mano chi si ricorda questo iconico incipit che appariva a cavallo tra gli anni sessanta e settanta in una televisione rigorosamente in bianco e nero: era l’intermezzo pubblicitario (oggi si chiama spot) di una famosissima casa di caffè: Paulista. Quei pupazzi con occhi enormi e a forma di cono noi ragazzini figli di “dopo carosello tutti a nanna” li aspettavamo con ansia e in molti casi sapevamo le battute e anche il famoso finale, comprese le canzoni che erano dei veri e propri tormentoni. Quella di Carmencita era “dov’è dov’è dov’è la donna” in stile spagnoleggiante e con un accento buffissimo che io e mio fratello imitavamo sempre. Carmencita, nella piccola storia, era ovviamente in mano ai cattivi con tanto di fazzoletto sulla bocca e il caballero doveva sempre salvarla. C’erano molte scene (ne trovate alcune, gustosissime, su you tube) tutte con le rime baciate e finivano quasi sempre a pistolettate (corri forte amico, con il piombo te lo dico). Ma la frase più bella, dopo il salvataggio eroico da parte del caballero era “Carmencita, sei già mia, chiudi il gas e vieni via”. Lei ringraziava ma confessava di essere innamorata di un uomo molto in vista, bruno e con il baffo che conquista. A questo punto al caballero, dopo una mirabile giravolta, apparivano i baffi e con un finale ormai scontato concludeva: “quell’uom son mi”. Era un cartone che durava un minuto circa e dopo la sigla finale i bambini, quelli buoni, andavano sempre a nanna. Quelli meno buoni si infilavano nel letto senza destare sospetti, chiudevano gli occhi, attendevano che i genitori si rilassassero sul divano per vedere i programmi della sera e si alzavano, quatti quatti e da dietro la porta sbirciavano. Abbiate il coraggio di confessare. Questo piccolo ricordo è dedicato a Alberto Lavazza, nato a Torino il 16 dicembre del 1940. Paulista e Lavazza si fusero durante la sua vicepresidenza. Quei caroselli sono un po’ suoi e molto nostri.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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