Donne belle, forti e positive come solo noi donne sappiamo essere.
Hanno scoperto di avere un tumore, da qualche parte. Un pezzo di te che al suo interno cova una bomba a orologeria. Facile e anche comprensibile la reazione di nascondere la testa, occultare la malattia, celare la faccia dietro uno schermo di dolore. Perfino a se stesse, talvolta. Perché è una scoperta che fa paura, gela il sangue nelle vene e destabilizza. Rabbia e terrore convivono, sgomitando come passeggeri scomodi di una metropolitana troppo affollata. Il primo pensiero non è che quella bomba la puoi disinnescare ed impedirle di esplodere, no. L’impulso iniziale è quello di andarti a rintanare in un cantuccio di sconforto, lontana da tutti. Lontana dal mondo. Lontana, soprattutto, da ciò che ha generato quel cantuccio. Oggi la rabbia ti spinge fuori di casa, ruggendo. Domani la paura ti schiaccia, ti comprime fino a toglierti il respiro.
Loro no, invece. La faccia ce la mettono, fiere e maestose.
Hanno creato una pagina facebook dove stralci di vita, di dolore, di vittoria, vengono condivisi e orgogliosamente raccontati. Dove volti belli e sorridenti campeggiano sotto la parola Cancro.
E fanno bene, perché sono donne che hanno trovato un equilibrio. Dopo la scoperta, talvolta casuale o segnalata da sintomi chiari, superato l’iniziale giro nella giostra fuori controllo, si sono rimboccate le maniche e hanno preso lucidamente in mano la situazione. Senza lasciarsi intimorire dal nemico, ma senza sottovalutarlo. In primis hanno deciso di chiamarlo col loro nome, non si chiama “brutto male” e nemmeno “quella malattia”: si chiama cancro. E loro lo chiamano così, perché se devi fronteggiare qualcosa è bene conoscerne il nome e non eludere sequenze di lettere che, di per sé, non hanno alcun valore se non quello che attribuiamo loro. Quando sai con chi hai a che fare, e come si chiama, arriva il momento di imbracciare le armi. E le armi sono mediche, senza confidare nel limone, nel bicarbonato o nella dieta crudista. Loro infatti si sono affidate ad uno specialista che ha deciso, insieme a loro, una terapia. Dolorosa, dura, che non concede sconti e che loro hanno affrontato con coraggio e determinazione. Ho sempre affermato, e continuo ad affermare, che essere donne non sia un merito. Ma esserlo con la D maiuscola sì, lo è!
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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