Un bambino cresciuto senza un padre, perso negli stessi giorni in cui a Dallas veniva assassinato Kennedy. Un padre conosciuto solo attraverso la foto fredda e inespressiva di una lapide, in un cimitero diventato comunità di storie possibili e volti via via più familiari. Un bambino che diventa un ragazzo, sviluppa passioni e innamoramenti, incassa lo schiaffo di delusioni inattese. Un bambino che cresce.
Un uomo che attraversa la seconda metà del Novecento e il primo ventennio degli anni Duemila. Raggiungendo, infine, un equilibrio che gli permette di guardare con affetto ma anche con severità, persino con compassione, al suo passato, alle illusioni e a certe arroganze vinte dalla vita. La sua storia personale è la storia di molti di noi. Io mi ci riconosco molto nella parabola di Rocco Ramasi, attraverso i cui occhi Giampaolo Cassitta racconta “Domani è un altro giorno” (Arkadia editore, 120 pagine, 14 euro).
Mi ci riconosco nelle estati trascorse in uno stazzo della Gallura, nelle figure dominanti dei nonni, nella passione per i motori e in quel ricordo del pilota della Ferrari Lorenzo Bandini, stroncato da un incidente a Montecarlo nel Gran Premio del 1967: io non ero nato nel 1967, ma chissà perché quello schianto alla variante delle Piscine l’ho sempre vissuto con profonda impressione, rivedendolo in vecchie immagini in bianco e nero.
Delle tante cose che ho letto di Giampaolo Cassitta, amico e compagno di viaggio Sardegnablogger, “Domani è un altro giorno” è a mio modo di vedere la prova migliore. Certo, non dev’essere stato troppo complicato immedesimarsi in Rocco Ramasi, orfano di padre dall’età di tre anni. Perché questa è una storia molto autobiografica e Rocco è, per buona parte, proprio Giampaolo. Ho parlato molto del padre di Rocco. Ma “Domani è un altro giorno” è soprattutto un omaggio a Rosanna Lisei, vedova Ramasi. È la somma di tutte quelle cose che si vorrebbero dire ad una madre quando è in vita ma poi, per uno stupido ed inspiegabile pudore, si finisce col dire solo quando una madre viene a mancare. “Domani è un altro giorno” è un libro che merita un pomeriggio della vostra vita. Non solo per quella gemma di ottimismo contenuta nel suo evocativo titolo.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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