Ammetto che la sortita di “Dibba” mi ha stupito piacevolmente. Qualcuno ha subito precisato che Alessandro Di Battista è furbo, ha fatto i suoi calcoli e ritiene che la prossima legislatura sarà brevissima in quanto ingovernabile e il buon Di Maio avrà consumato le due tornate elettorali, il massimo per i politici “a cinque stelle” e non potrà più ricandidarsi. A questo punto “Dibba” potrà rientrare trionfalmente in campo dopo un periodo sabbatico. Chissà. Magari le cose stanno davvero così però è sorprendente che un politico in ascesa rinunci ad una rielezione sicura in Parlamento e che, anche se targato cinque stelle, mantiene sempre i suoi privilegi. L’Onorevole Di Battista ha dichiarato che lascia per fare altro e quell’altro è curarsi del proprio figlio, nato quest’anno, viaggiare e scrivere libri. Ottimo piano di lavoro e credo che i suoi libri, visti i fan e l’oltre milione di follower’s su twitter, avranno un’ottima vendita che potranno sostituire il compenso da deputato al parlamento. Dicono sia un po’ spaccone, con poche idee ma ben congegnate però questa “boutade” dimostra che si può fare politica credendoci e quindi mettendoci la passione, ma si possono fare anche altre scelte che non camminano sulle strade dell’impegno politico. Non sono mai stato tenero con le ragazze e i ragazzi cinque stelle: troppo ondivaghi, troppo impegnati a dare sempre la colpa agli altri. Però davanti a questa scelta rimango senza parole e l’unica cosa che mi viene in mente è solo qualcosa di bello e pulito. Il buon Dibba ci ha solo raccontato la sua voglia di tenerezza.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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