Diario di una Paziente Impaziente – Prima puntata
Siete pronti? Da oggi vi guiderò nel fantastico mondo di una paziente (io), un viaggio iniziato nel 2013 e che da allora mi ha permesso di conoscere un fracco di medici (ne parlo qui) e relative specialità ma anche di pazienti con relative diagnosi. Anche se già da piccola si doveva capire che ero la predestinata. Quei piccoli acciacchi dell’infanzia, mi immaginavo che Dio li distribuisse nella stessa maniera con cui si fa la semina: sacco a tracolla pieno di accidenti che Nostro Signore distribuiva a mano piena ma in maniera democratica. Ecco in quel momento qualcosa è andato storto, forse la cinghia ha ceduto e la borsa si è completamente svuotata in un unico punto, là sotto indovinate chi c’era? Questo era quello che chiamavo il sacchetto delle disgrazie.
Andiamo avanti, saltiamo il busto per la scoliosi che d’estate non è di moda, troppo caldo! Arriviamo veloci veloci al luglio 2013 quando tra una sonda indugiante, un ago prelevante fino a un anatomopatologo diagnosticante, arriva il nome: carcinoma mammario. Non so se esista un modo migliore per comunicare al paziente una diagnosi, col senno di poi per me è stata importante la rassicurazione e la calma zen del medico, dico questo perché la prima comunicazione è stata un po’ troppo melodrammatica: la radiologa con la busta dell’istologico in mano, mi ha guardato gli occhi ormai lucidi di paura e ha detto “Coraggio! Ho visto casi più disperati del suo” Ecco… un po’ meno enfasi per la prossima volta, capisco il trasporto ma questa frase mi portava ad andare più che dall’oncologo in una delle tante agenzie che popolano il quartiere pressi ospedale. La prima reazione è una non-reazione, ti senti trasportato come una medusa che rischia di spiaggiare. Se fino a ieri ti sentivi Terminator, ora ti vacilla un po’ questa sicurezza. Se fino a ieri andavi a fare i controlli considerandoli semplicemente un’ora persa, ora andrai con la strizza fino a che sentirai dirti “Tutto ok” e lì sai che festa. Ogni “Ok” ricevuto è motivo per festeggiare. Sì ma piano con l’alcool, visto che dopo la diagnosi i controlli si moltiplicheranno, non è il caso di berci su ogni volta, anche perché le linee della WCRF sulla prevenzione, dicono chiaramente: massimo un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini. Eh lo so, ripiegate su robe analcoliche tipo fruttoqualsiasi+zenzero che ora va di moda e lo trovate, fino a che non si scoprirà qualche reazione avversa. No dài, scherzavo
Se c’è un momento peggiore per saperlo non so, certo è che a fine luglio vuol dire concentrare tutte le visite in agosto… in agosto, non so se mi spiego. Se in agosto chiude anche il verduraio sotto casa, immaginate il deserto nelle cliniche. Infatti per alcune visite se ne riparlava a metà settembre. Anche con la rassicurazione che in un mese mica cresce quel coso lì, in un anno però era già di 4cm, glielo dite voi di stare calmino che a settembre magari lo liberiamo? Ecco perché poi ho deciso di andare a Milano in quella famosa clinica di quel famoso oncologo. Il 9 settembre avevano già tolto di tutto e di più. Ma avrò modo di parlarvene nelle prossime puntate. Prima di concludere vi dico, anche con questa sensazione di galleggiamento in balìa delle onde, dovreste sforzarvi di rimanere lucide sul da farsi. Chiedete subito al vostro medico o all’oncologo, cosa fare per ottenere il codice 048 ovvero l’esenzione per tutti gli esami che rientrano nella patologia oncologica, è un vostro diritto e vi farà risparmiare parecchi soldoni. Per oggi è tutto, alla prossima puntata dove vi racconterò robe porno tra scintigrafie, PET e altre analisi molto hot, è una promessa.
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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