In linea di principio, non posso che condividere ed unirmi all’appello espresso sulla triste vicenda del Charlie Hebdo dalla redazione di cui faccio parte.
Condanna senza mezzi termini, indubbiamente, perché questo è oggi, 7 gennaio 2015, il fatto.
Ma ogni volta è più forte di me, non riesco e non posso però evitare la riflessione a cui questi fatti, ogni maledettissima volta, mi riportano.
Non posso quindi esimermi, dopo questa riflessione ricorrente, che mi ritrascina sempre allo stesso punto, dall’indirizzare lo stesso identico appello -forse anche un tantino più sentito e deciso perché ne sono parte- all’Occidente tutto, dentro il quale stiamo anche noi italiani quanto i francesi.
Una vicenda che ci tocca da vicino, l’assassinio di giornalisti che, come tali, dovrebbero essere liberi di esprimersi e di informare, di ironizzare attraverso la satira o la semplice ilarità anche su argomenti di una certa levatura ed importanza, considerati per lungo tempo “tabù” come le religioni ed il potere. Libertà di Espressione, di Parola e di Stampa. Libertà per le quali l’Informazione tutta dovrebbe lavorare e cooperare perché la Libertà sia sempre per più persone e non per pochi.
Il mio no alla violenza è un no “a giro d’orizzonte”, a 360°, altrimenti non è. E di violenza, noi indignabili occidentali, laggiù in quei paesi che definiamo “islamici” ne abbiamo portata e ne stiamo es-portando parecchia, di più di quanta ne conosciamo. Noi non trucidiamo chi fa informazione? Eppure le sedi di Aljazeera, della Televisone Siriana o di quella Libica, Irakena le hanno bombardate i nostri alleati con i nostri benestare e/o silenzi colpevoli, l’hotel Palestine, dove alloggiavano i giornalisti i primi giorni di invasione dell’Irak non furono gli islamisti ne’ i loro fondamentalisti a bombardarlo e ad uccidere alcuni reporter, l’ucraino Taras Protsyuk, 35 anni ed il cameraman spagnolo Jose Couso, di 37 ed una lunga schiera di altri, la Sgrena si salvò solo grazie al sacrificio di Nicola Calipari, che le fece da scudo col corpo. In Israele, quanti reporter uccisi da pallottole “amiche”?
Non siamo forse “noi” occidentali, ad avere sempre “piegato” l’informazione globale tutta da una parte e a continuare a nascondere e censurare (non avremmo parlato, riferendoci a noi, di informazione libera e di libertà di informazione altrimenti, mentre invece…) chiunque cerchi di portare punti di vista e pensieri differenti dalle versioni mainstream divulgate “a tutta pompa” da mass media asserviti e proni al potere? Ad avere creato le Guantanamo e le Habu Grahib? Non è forse la nostra, di informazione, ad essere in buona parte offensiva, denigratoria quanto irrispettosa e dannosa verso certe etnie e popoli, spesso mortalmente dannosa per intere masse e comunità quanto e più degli attentati ed atti di terrorismo? Non mi va di ergermi a paladino di nulla e di nessuno se non di Verità e Giustizia, di Pace e di Solidarietà fra i popoli tutti. Per queste precise ragioni che non posso che disprezzare, condannare fermamente tanto l’atto compiuto al Charlie Hebdo, in quel di Francia, quanto ciò che quel paese ha fatto e sta facendo in Mali come in buona parte del Maghreb ed in molte fra le sue ex ed attuali colonie. Succede tutto questo anche ora, in questo preciso istante. Non posso velarmi gli occhi di fronte a ciò che l’Occidente sta tacendo ed in qualche modo assecondando in Palestina, in Siria, Irak, Libia, Sud-America, Africa, in tutti i Mari ed Oceani ed in tutti quegli altri posti dove di ridere, per la satira o altro, è passata la voglia da tempo ma si piange e basta. Restare umani per me significa anche questo, indignarsi sempre e sempre di più per tutto ciò che merita indignazione, senza doppi pesi ne’ doppie misure, semplicemente evitando di ragionare, comunque stiano le cose, con quel pizzico di partigianeria e campanilismo che, in fondo poi, è la sola vera ragione e causa scatenante, quella dalla quale nascono i misundestanding e i conflitti, i terroristi in borghese e quelli in divisa, perché il terrore delle armi non lo si vive a seconda di chi ti spara addosso, ma resta uguale sempre, in tutto il mondo e per ogni singola vita. Non difenderò mai nessun terrorista, nessun uomo o donna che ritengano di portare avanti guerre giocate sulla pelle di persone innocenti e civili, qualunque ne sia la causa.
Ma non posso del resto evitare, di impormi molta ma molta attenzione, nel puntare un dito che potrebbe scatenare le già iraconde e becere espressioni di pregiudizio e omo/xenofobia da parte dei nostri fondamentalisti, quelli della razza e della patria e della croce, quelli che quando ne ammazzano qualcuno s’indignano, quando invece lo ammazzano loro festeggiano, dileggiano. Riesco ancora a soffrire per entrambi in uguale misura, ed è questa la mia dimensione, l’unica che riconosco ed apprezzo, di indignazione e di rispetto per la vita e la morte di ogni mio prossimo, chiunque esso sia.
Diamocela tutti, una calmata, che forse così ci riusciamo ad esaurirle una volta per tutte, le genesi di queste eterne fazioni, di queste incontemplabili ed incomprensibili (per i Popoli se non per le elites) divisioni, di questa indicibile semina di Terrore e di tutte queste, per noi poveri mortali, davvero inutili morti.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design