Sapete una di quelle curiosità che vorreste soddisfare ma, presupponendo la risposta una serie di calcoli, rimandate sempre per pigrizia o mancanza di tempo? Ieri mi sono concesso qualche secondo per trovare quella risposta.
Dunque, alla fine di luglio il ministro dell’Economia Luigi Di Maio aveva dichiarato di aver “letto tutte le 23 mila pagine” del dossier sull’Ilva di Taranto. Potete verificare voi stessi, scrivendo su Google “Di Maio Ilva 23 mila pagine”. Ricordo di esserne rimasto incuriosito perché avevo ascoltato questa dichiarazione alla televisione, dalla voce di Di Maio, in particolare dal suo calcare sul concetto, quando ribadì di averle “lette tutte”, quindi personalmente.
La mia curiosità era quella di capire quanto tempo occorra per leggere interamente 23 mila pagine “non con gli occhi ma con la testa”, come ci avvertivano a scuola.
Non si tratta del testo di una favoletta. Il contenuto complesso di quegli atti obbliga ad uno studio attento, specie se la lettura implica la responsabilità di un ministro.
Poniamo, ottimisticamente, che Di Maio abbia impiegato tre minuti per leggere ciascuna di quelle pagine. Ora calcoliamo 23 mila per 3. Otteniamo 69 mila, che sarebbero i minuti necessari per completare l’intera operazione.
Una giornata intera, cioè 24 ore, conta 1440 minuti (60×24=1440).
Se dividiamo 69 mila per 1440, otteniamo 47,91. Questo numero, 47,91, indica le giornate che Di Maio avrebbe dovuto dedicare esclusivamente alla lettura del dossier Ilva. Oltre un mese e mezzo. L’avverbio “esclusivamente” ha un suo peso specifico. Significa un mese e mezzo senza pause, senza mangiare, senza bere, senza dormire, senza fare pipì né pupù. Sappiamo bene che non sia umanamente possibile.
Più realisticamente, supponiamo allora che Di Maio abbia dedicato sei ore della sua giornata a leggere il dossier Ilva. Ventiquattro diviso sei fa quattro, quindi quel 47,91 andrebbe moltiplicato per quattro. Si ottiene 191,66. Sono all’incirca sei mesi e dieci giorni.
La dichiarazione venne rilasciata da Di Maio il 30 luglio. Se ne conclude che, nel mezzo di una campagna elettorale che lo portava ogni giorno in una città diversa, il ministro da metà gennaio fino a fine luglio abbia dedicato, ogni giorno, sei ore della sua giornata sul dossier Ilva, senza fare altro, lasciando stare tutte le altre emergenze di questo Paese. C’è un altro dettaglio. Di Maio è ministro dal 1 giugno e la sua competenza istituzionale sul caso Ilva, al momento della dichiarazione, vigeva da due mesi. Poniamo che abbia iniziato a leggere da quel 1 giugno.
Considerando che due mesi da trenta giorni contano 86400 minuti (1440 per 60=86400), se ne deduce che Di Maio possa aver impiegato il 79,86 per cento di quel tempo per studiare il dossier Ilva. Sono circa venti ore al giorno per due mesi.
Tra chi crede e chi non crede, io credo invece di poter vedere il crinale tra propaganda e realtà.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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