.
Chissà quanti free lance dopo essere passati a miglior vita si scopriranno collaboratori di decine di testate giornalistiche. La tragedia che ha colpito il ricercatore friulano assassinato in Egitto lo scorso gennaio, che ha riempito le pagine di giornali e rubato la scena alle mirabolanti riforme del nostro governo ogni giorno nei Tg, ha improvvisamente messo in luce due cose.
La prima è che quello che accade da anni nel paese guidato dall’amico di Matteo Renzi Abd al-Fattah al-Sisi, come spiega bene Barbara Serra. Le sparizioni, torture e indimidazioni infatti, purtroppo non risalgono al 25 gennaio scorso, come sembra dal racconto dei media italiani main stream. Solo che le priorità nell’agenda setting delle redazioni sono sempre altre, e sempre riguardano il nostro ombelico e dintorni.
La seconda, meno visibile e poco notata dai fruitori di notizie, e di “giornali” è che esiste una costellazione di giornalisti free lance sparsi per il mondo, che non hanno nessun riconoscimento, sono malvisti dai giornalisti che hanno un vero contratto, rischiano la vita senza nessuna protezione da parte di una testata, malpagati quando riescono a vendere un pezzo, ma che nonostante tutto provano in tutti i modi a condividere la realtà che vedono, vivono, analizzano e a fare della loro curiosità – ricerca di una chiave di lettura su quello che ci succede attorno – un mestiere utile agli altri.
Nel sistema di informazione italiano invece viene dato pochissimo spazio a quello che succede fuori dal nostro paese, a meno che non ci scappi il morto nostrano, o le notizie riguardino quello che viene nominato dittatore di turno, o affondi un barcone con almeno 300 migranti (sotto tale cifra ormai non è quasi più notizia). Non ci sono più i corrispondenti del servizio pubblico (per i quali pagheremmo volentieri anche il canone Rai ridimensionando i cachet al Vespa di turno o alla serie tv da famiglia mulino bianco con i bellocci del momento) nella capitali del mondo o, se ci sono, servono a raccontare le strette di mano del nostro premier con gli ambigui rappresentanti locali quando è in visita ufficiale nei loro paesi (come se non bastassero gli inviati che seguono la delegazione).
Quando servono notizie inaspettate e un po’ più articolate dagli angoli più remoti del globo, non si ha il tempo di mandare l’inviato e allo stesso tempo non si può bucare la notizia, c’è sempre un free lance di turno che invia qualcosa a una redazione (sia chiaro che il free lance le notizie le manda regolarmente ma vengono ripescate solo se ci sono alcune congiunzioni astrali – vedi la tragica morte del ricercatore Regeni).
Nella maggior parte dei casi si prende la notizia e si “cucina” dal giornalista redattore che ha almeno un contratto di collaborazione con il giornale in questione e che firma il pezzo o lo inserisce nel giornale a firma redazione, senza neppure rispondere al free lance. Se si è fortunati e questo redattore è impegnato in altro, viene pubblicata a firma del free lance o questi viene intervistato dall’anchorman di turno del Tg se si parla di televisione. Ovviamente nella maggior parte di casi senza che il free lance venga pagato. La stragrande maggioranza di questi articoli però non viene neppure letto o preso in considerazione da quelli che potrebbero essere definiti “giornalettisti” che sono dietro una scrivania e pretendono di raccontare il mondo attraverso twitter o instagram. Salvo poi recuperare l’articolo e promuovere il free lance a collaboratore post mortem, ma solo se succede che quel free lance viene assassinato in un paese “democratico” e alleato, o magari vince il premio Pulitzer.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
16marzo1978: il giorno in cui persi l’innocenza. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Gatti, amore e carabinieri. (di Giampaolo Cassitta)
Buon compleanno Principe! (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto davvero i Maneskin! (di Giampaolo Cassitta)
Break news: Fedez e Francesca Michielin vincono il Festival di Sanremo.
Grazie dei fior. (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto i Maneskin. Anzi, no. (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.622 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design