Se c’è un posto in cui la tendenza masochista del Partito Democratico rasenta l’apoteosi, questo posto è Olbia. Trattasi di città, Olbia appunto, in cui gli atomi democristiani e socialisti, un tempo componenti di molecole dominanti, sono rimasti inalterati e indipendenti, del tutto avulsi dai clamorosi ed epocali avvenimenti che, tra una giravolta e l’altra, hanno finito per raggrumare parecchi pezzi di sinistra o pseudo tali in un solo soggetto, debitamente depurato di simboli arcaici e tradizionalmente perdenti come falci, martelli e tinte eccessivamente tendenti al rosso. In realtà, a tenerle indipendenti, le molecole di cui sopra, non è tanto la fervida, inossidabile e imperitura fedeltà all’esule di Hammamet e alla vecchia e cara Balena bianca quanto l’antica e, pare, intramontabile inimicizia tra i due giganti del centrosinistra locale: Nardino Degortes e Gian Piero Scanu. Di essi, solo il secondo è politicamente attivo, nel senso che siede alla Camera e anche in Consiglio comunale. Degortes, invece, preferisce restare defilato, lontano dai riflettori. Ciò non significa che non sia presente. E infatti, alle urne, il suo peso si sente eccome. Scanu e Degortes, insomma, sono due personaggi di spicco da queste parti. Entrambi, però, sono alle prese con un guaio serio. Ci sarebbe, infatti, un solo Pd in cui militare. E siccome entrambi sono convinti di far parte dello stesso Pd, non resta che dividerlo in due, questo partito. A Olbia si esagera, insomma. Non bastasse uno, di Pd ne abbiamo due. Distanti e distinti. I due mezzi partiti li hanno chiamati, immagino dopo notti insonni alla ricerca del nome più adatto, Pd1 e Pd2. Sono facilmente rintracciabili entrambi, tra i banchi del Consiglio comunale cittadino. Ognuno ha il proprio capogruppo, distante e distinto dall’altro. Entranbi i Pd olbiesi fanno parte, oltre che dello stesso partito, della maggioranza. Ma ciò non significa che vadano d’accordo, ovvio. Questi due Pd litigano praticamente su tutto. A partire dalla segreteria, affidata (dopo congressi celebrati, contestati, annullati, ripetuti, ricontestati e disconosciuti) a una donna. Peccato che Angela Corda, notoriamente vicina a Scanu, conti quanto il due di picche per il correntone antagonista che si è smarcato costituendo un circoletto tutto suo. Dai e dai, Olbia è diventata un caso anche per la segreteria regionale del partito. Per anni i frastornati simpatizzanti del Pd senza numero hanno atteso disperatamente segnali da Cagliari. Che qualcuno, insomma, facesse chiarezza, portasse il calumet della pace, lo riempisse di marijuana e lo fumasse insieme ai due capitribù. O comunque dicesse chiaramente che due Pd non si possono fare, che uno basta e avanza, che andassero a giocare con la sabbia anziché col partito e via dicendo. Il minimo sindacale, insomma. E così, quando in cabina di comando è arrivato Renato Soru, un po’ tutti hanno pensato che avrebbe sicuramente trovato una soluzione originale ed efficace per riportare ordine in una città che ha un discreto peso politico, se non altro per le dimensioni. Soru, in effetti, ha elaborato quella che potremmo definire una soruzione. Ha fatto una mossa sorprendente, affidando al vicesindaco della città il ruolo di mediatore tra le due fazioni. Peccato che il vicesindaco in questione sia Carlo Careddu che, sperando non si offenda, sarebbe il delfino di Degortes, l’uomo che politicamente sembra rappresentare con più autorevolezza le posizioni dell’area ex socialista. Insomma, il prescelto non era esattamente super partes. Se davvero Soru abbia mai pensato seriamente di risolvere la questione scegliendo come arbitro uno dei giocatori in campo non è dato sapere. Per provare a dare un senso alla vicenda ci appelliamo dunque al dizionario italiano che definisce la parola “stronzata” come termine colorito di uso comune che sta a indicare, tra le altre cose, un’azione stupida e insensata compiuta da qualcuno. Careddu, naturalmente, ha fallito. Il Pd1 e il Pd2 restano distanti e distinti e chissà cosa accadrà il prossimo anno, quando dovranno costruire un’alleanza e presentare una lista per le amministrative. In fondo non è un caso se, a Olbia, l’ultima Festa dell’Unità risale alla notte dei tempi, quando ancora c’era la falce e il martello e la tinta rossa e ci andavano i comunisti. E i socialisti si ritrovavano il primo maggio. E i democristiani non me lo ricordo ma mi pare avessero la festa dell’Amicizia o roba del genere. Distanti e distinti. Esattamente come oggi.
Nardo Marino
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