Dunque, avete presente Dexter Morgan, il Robin Hood dei killer, quello che uccide e massacra gli assassini che non riescono a finire in galera? E’ una serie pluripremiata e ben realizzata ambientata a Miami, negli Stati Uniti d’America. Se avete visto Dexter capirete quello che vi sto per dire: io ho tifato per lui. Mi sono appassionato, sono stato dalla sua parte quando alcuni poliziotti (poliziotti, Cristo, mica i cattivi) lo avevano quasi “scoperto”. Già, perché lui è un importante e bravo ematologo e lavora per la polizia di Miami. Vive insieme ai poliziotti, ha la possibilità di conoscere gli assassini e quando scopre che quello rischia di finire in carcere tutta la vita attua il suo piano: lo insegue, lo narcotizza, lo butta su un tavolo, lo avvolge con del cellophane per pacchi, gli fa vedere le foto delle vittime e poi lo uccide. Io ero dalla sua parte. Io, che sono contro la pena di morte da sempre, fremevo per lui. E a questo punto ho avuto paura. Paura vera perché dentro questa storia (sono oltre 100 puntate) ti devi schierare e sei costretto a farlo a dispetto dei buoni. Io, che fin da piccolo sono stato sempre dalla parte degli indiani, guardando Dexter mi son trovato al fianco del Generale Custer. C’è qualcosa di sbagliato, ho pensato. E’ solo un film, ho aggiunto. Però. Ci innamoriamo sempre delle nefandezze del male, proviamo compassione anche per i nostri eroi negativi in letteratura (che so, anche Don Rodrigo, per esempio, aveva il suo bel fascino). Anche guardando Gomorra siamo portati a stare dalla parte di Ciro o di Genny ma da quelle parti i buoni non ci sono. Mentre da Dexter son quasi tutti buoni tranne i serial killer e lui. Mi sono innamorato di Dexter Morgan e di sua sorella Debra (che è poliziotta, però) ma in fondo, è solo fiction.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design