Per restare nella politica “minima” e non quella di discorsi e visioni alte, non ho ben compreso il punto di vista del Partito Sardo d’Azione che ha già nel suo titolo due elementi fondamentali: rappresenta esclusivamente la Sardegna e non dovrebbe rimanere mai impantanato nelle sabbie mobili di una certa politica. A quanto pare dovrebbe, tanto per cominciare, cambiare nome visto che dalla Sardegna emigra con la Lega di Salvini e dell’azione non se ne riscontrano oggettivamente i presupposti, in quanto ha lasciato al suo segretario la scelta definitiva di scegliere tra destra o sinistra che, secondo uno slogan ormai consolidato dal populismo imperante, pari sono. Per restare nella politica minima e quindi in quella dei “fondamentali”, cominciamo con il riconoscere che destra e sinistra pari non sono e le visioni – seppure negli ultimi anni si sono appiattite – sono essenzialmente diverse. Le visioni del mondo, intendo, e anche degli approcci sul lavoro, sui diritti, sui migranti, solo per citare alcuni temi dove – giustamente – i due schieramenti dicono cose diverse. Tornando al Psd’Az. ci dovrebbe spiegare – e al più presto – con chi intende allearsi anche perché a correre da solo non dovrebbe raggiungere nessun quorum. Ma vuoi vedere che ha chiesto almeno un onorevole in Parlamento? Dunque ha una visione “bossiana”, quando il Senatur era l’unico rappresentante della Lega lumbard e odiava Roma ladrona e voleva la successione e lo Stato libero della Padania. Poi, mi sembra di aver capito, che le cose sono andate in maniera diversa, ma gli esponenti del PSd’Az sperano invece che la Lega di Salvini riesca nel dare l’indipendenza della Sardegna e felicità al popolo sardo. Salvini dovrebbe fare la buona azione al Partito Sardo. Si promette di tutto, mettiamo nel calderone anche questo sogno, che tanto non costa nulla ma rimango dell’idea che destra e sinistra pari non sono.
Forza paris.
(Giampaolo Cassitta)
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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