Noi ce lo dobbiamo immaginare il nostro destino ma non possiamo disegnarcelo. Non è pensabile che tutto sia legato ad uno stupido processo matematico. Una formula terribile che ci fa trovare nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. La matematica è stata sempre il mio tallone d’Achille: non amavo la perfezione, fin da piccolo. Ho sempre navigato all’interno del dubbio, delle possibilità, ho sempre pensato che ci sono sempre molte soluzioni a diversi problemi e teoremi e sono sempre stato convinto che non sempre il risultato finale, quello del libro, la soluzione insomma, sia quella giusta. Eppure vorrei conoscere chi costruisce il destino del mondo, chi disegna gli attimi e dipinge gli incontri. Chi ci fa trovare l’anima gemella che poi, magari, proprio così gemella non è. Chi ci regala qualche terribile malattia o una gioia immensa. Certo, il destino lo costruiamo anche noi. Siamo noi che tiriamo i dadi che diamo il colpo finale alle cose ma non sempre, anzi quasi mai, siamo in grado di sapere quali saranno i numeri che usciranno una volta che, seppure con bravura e maestria, quei dadi saranno lanciati. La vita è un grande tavolo verde dove tutti puntiamo qualcosa. Poi la ruota gira. Perché qualcuno ce lo dovrà spiegare come è possibile accanirsi contro chi, in quel momento, camminava con la sua auto tranquillamente, era prudente e attento, indossava la cintura, aveva le luci di posizione accese, manteneva la distanza di sicurezza. Poi, come in un film americano, un ponte collassa, su quel ponte c’era un Tir che salta rovinosamente su un’altra strada dove tutto pareva assolutamente perfetto. Tutto. Dove in quel momento, in quel preciso momento passava il nostro autista perfetto e ignaro. Destino. In quel maledetto tavolo verde qualcuno ha barato e qualcuno darà la colpa al destino. Ma gli uomini rimangono quelli che lanciano i dadi e, a volte, lo fanno contro gli altri. Forse è il destino, forse la fatalità, però se cominciassimo a costruire con le regole giuste i ponti e le case non crollerebbero e il destino avrebbe più soluzioni a disposizione.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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