La cioccolata, si sa, fa passare la depressione. La cioccolata si fa col cacao. La maggior parte del cacao mondiale proviene dal Ghana e dalla Costa d’Avorio. Che sono paesi di morti di fame. Dove i bambini sono schiavizzati per lavorare nelle piantagioni di cacao. E da dove partono molti, moltissimi, “migranti”. Cioé sopravvissuti, o scampati, o sfuggiti allo schiavismo verso l’Europa “in cerca di felicità” come dice il papa. Salvo crepare… durante il viaggio.
Dovrebbero non partire, in teoria, da quei paesi visto che il cacao è una merce richiestissima, da depressi e non, in tutto il mondo occidentale. Dovrebbero campare dignitosamente del loro lavoro. E invece no. Partono, se possono, oppure fanno gli schiavi. Qualcun altro (magari qualche multinazionale oligopolista del cacao, per esempio) invece campa benissimo. Facendo produrre cacao agli schiavi (bambini e no) e vendendolo agli occidentali costantemente in bilico tra depressione e obesità.
Depressi e/o obesi che poi sgranocchiano tavolette di cioccolata davanti la tv chiedendosi come mai tanta gente vuole venire ad abitare dove vivono loro sfidando deserti, trafficanti, mari anche a prezzo di crepare strada facendo.
La risposta l’ha data il papa: vengono qui in cerca della felicità. Cioè di una tavoletta di cioccolata – marcata col logo di una multinazionale – da sgranocchiare davanti la tv mentre si deprimono perché non vorrebbero ingrassare.
http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2012/10/12/news/bambini-44409911/
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