Al ristorante con degli amici abbiamo ordinato un dentice. E’ stata una scelta ponderata e discussa tra tutti. Abbiamo scartato, da subito, spigole e orate in quanto sono di allevamento. Il ristoratore, persona affabile, ha voluto precisare che i suoi pesci arrivano tutti dal Mediterraneo, il mare nostrum, ma non ci siamo fidati. Almeno per quanto riguarda le spigole e le orate. I saraghi erano troppo piccoli e quando ci ha presentato un dentice e una murena abbiamo subito optato per il primo. Il ristoratore ha aggiunto che la scelta era ottima: quel dentice arrivava dai fondali vicino alla Sicilia, ha vissuto tra le secche che si trovano abbastanza distanti dalla costa. Ci piaceva quel corpo ovale, con la testa grossa e possente e lo sguardo severo, l’espressione feroce. Il gusto, per il palato, assolutamente delizioso. Eravamo felici della nostra scelta. Un dentice è un dentice, vive nel Mediterraneo – mare nostrum – e nell’Atlantico orientale: dal Senegal al golfo di Biscaglia. Riesce sempre a vivere al di sotto dei dieci metri, dentro l’acqua azzurra e limpida. Dalle parti della Sicilia. Lo abbiamo ordinato con le patate. “E’ la morte sua”, ha detto qualcuno. E abbiamo sorriso. Quel dentice è uno che la sapeva lunga come tutti i dentici: guardingo, spia le sue prede da lontano. A lui stavolta gli è andata male. Gli piacciono le sardine, le occhiate, le boghe, gli zerri e i polpi. Sta immobile come un killer in agguato e colpisce. Il dentice è predatore. E mangia sino a saziarsi. Nel mediterraneo, mare nostrum. A questo punto qualcuno ha parlato dei barconi dei disperati. Avete presente quello che accade da quelle parti? Tra la Libia e la Sicilia. Quei gommoni gonfi di persone. Molte di loro muoiono. E le buttano in mare. Tra la Libia e la Sicilia. Nel mediterraneo. Mare nostrum. Il dentice ha fame. Può mangiare anche i…? Crediamo di no. Difficile. Mica è vero quel proverbio: “Lo ammazziamo e lo buttiamo in pasto ai pesci”. Ci siamo guardati e siamo rimasti tra un’oliva e una fetta di insalata, senza più parole. La bara enorme che è diventata il mediterraneo dove nasconde i propri morti? E’ la natura. Certo. Aiutiamoli a casa loro, magari acquistando i loro prodotti al supermercato sotto casa. Quelli che costano meno che c’è la crisi. Siamo usciti dal ristorante e il dentice non lo abbiamo più mangiato. Sono suggestioni. Certo. Suggestioni. Però questa cosa del mare nostrum fa un certo effetto. Molto effetto.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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