La Conservatoria delle Coste è stata chiusa, i motivi di questa scelta andrebbero ricercati tutti nella omnicomprensiva “Spending Review” che limita le possibilità di spesa degli enti pubblici, i quali dovrebbero trovare i settori e le priorità dove applicare i famosi “risparmi” sulla spesa pubblica. Possibilmente dedicandosi a rami secchi, improduttivi e spesso fuori dal tempo che insistono ad attingere dal sempre più scarso “pubblico denaro“.
Ce ne sono ancora tantissimi. Così come tantissimi sarebbero, invece, i motivi che avrebbero dovuto spingere i nostri “governatori regionali” ad una più attenta e meditata valutazione della Conservatoria e dei suoi reali costi/benefici. Proviamo ad elencare questi ultimi, che i primi basterà citarli, una sola cifra.
La squadra della Conservatoria è composta da 8 dipendenti e da 8 collaboratori esterni assunti tramite progetti europei che lavorano in perfetta sinergia e con grandissima determinazione ed entusiasmo rivolti al raggiungimento degli obiettivi, rappresentando un modello unico nel panorama regionale. Bassissimo costo del personale e altissima efficienza nell’ottenimento dei risultati.
L’agenzia ha un costo di circa 700.000 euro di spesa corrente. A fronte di questa spesa produce investimenti molto più ingenti e garantisce nuove risorse ottenute vincendo progetti europei transnazionali, transfrontalieri e interregionali.
La Conservatoria delle coste grazie alla sua forma di agenzia, oltre a gestire più di 6000 ettari di aree costiere ad alto valore paesaggistico ambientale del patrimonio regionale si occupa della pianificazione, della progettazione e della realizzazione dei lavori collaborando direttamente con gli enti locali sul territorio. In 5 anni la Conservatoria ha lavorato insieme ad oltre 40 comuni costieri della Sardegna concertando con gli stessi enti locali le migliori strategie di sviluppo sostenibile.
Attraverso progetti concreti di gestione integrata delle zone costiere l’Agenzia si è occupata della tutela del riccio di mare creando la prima area di tutela e ripopolamento del riccio a Capo Pecora (Arbus) in collaborazione con l’Università, i Comuni, la Guardia Costiera, il Corpo Forestale e l’Assessorato all’Agricoltura.
La Conservatoria delle coste gestisce gli oltre 5000 ettari dell’Isola dell’Asinara collaborando insieme al Parco Nazionale dell’Asinara ed il Comune di Porto Torres per dare risposte concrete ad una sfida eccezionale come quella di conciliare conservazione ed una economia sostenibile (ecoturismo, pesca, vela) sull’isola Parco.
Dopo secoli di abbandono l’agenzia, grazie alle sue competenze integrate, ha riportato l’attenzione sul patrimonio delle torri costiere, dei fari e delle stazioni semaforiche iniziando il difficile restauro di molti manufatti e riportando questi beni culturali ad un uso pubblico.
In assenza di risorse pubbliche per la tutela di questi beni culturali, l’Agenzia, gestendo direttamente il patrimonio regionale, ha attivato forme di partenariato pubblico/privato per recuperare risorse finalizzate al restauro dei beni e alla riqualificazione ambientale delle zone costiere, garantendo allo stesso tempo la piena accessibilità di aree a lungo interdette al pubblico (ex Aree Militari).
L’agenzia in questi 5 anni è diventata riferimento per le politiche di gestione integrata delle zone costiere in Italia e nel resto del Mediterraneo. Questo suo ruolo e la sua forma di agenzia le hanno permesso di diventare leader del progetto CAMP Italia gestito dal Ministero dell’Ambiente e riferimento assoluto in Europa e nel Mediterraneo nella preparazione di progetti europei. Considerato che la nuova programmazione europea 2014-2020 ha posto l’accento su gestione delle aree costiere e gestione dei rischi legati ai cambiamenti climatici l’agenzia è il partner ideale per attrarre e spendere le risorse che verranno messe in campo
In questi 6 anni la Conservatoria delle coste ha sensibilizzato migliaia di ragazzi delle scuole medie attraverso il suo concorso “adotta una spiaggia” e attraverso la campagna di sensibilizzazione estiva “dedicato a chi ama il mare”.
Mi pare chiaro che vi sarebbero state, in questo caso, molte più ragioni per tenerla aperta ed anzi investire perché questa realtà, virtuosa e non virtuale, possa semmai crescere anzi che morire. O forse vi sono altre ragioni -lo chiedo perché i dubbi sono tantissimi-, magari del tipo che, certe realtà, quando funzionano bene pestano i piedi ad altri interessi, interessi ben diversi e spesso opposti, a quel bene comune che queste realtà, virtuosamente, difendono?
Ce lo chiederemo a lungo? Non lo so, ma su questo argomento avremo modo di tornarci, non fosse altro se non per vedere come, gli Assessorati preposti, gestiranno tutto il know-how e l’esperienza di questi ragazzi della Conservatoria, tutto il patrimonio che sono riusciti a salvaguardare sinora, e saranno occhi attenti.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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