“Senza olio di palma”. Ormai negli spot pubblicitari dei biscotti, delle tavolette di cioccolata e di qualunque altro dolciume prima ti dicono che manca l’ingrediente ritenuto nocivo e poi, se avanza tempo, anche cosa c’è dentro il prodotto reclamizzato. È tutto un fiorire di “noi pensiamo alla vostra salute” e di “prima di tutto la genuinità”, col che si lascia intendere che prima quel prodotto non dava le stesse garanzie al consumatore. Ecco, proprio qui volevo arrivare. Se ti vanti di una cosa che hai tolto, stai ammettendo che quella cosa causava dei danni. Però se decine di studi scientifici non avessero messo in relazione l’uso dell’olio di palma con l’aumento di malattie cardiovascolari e altre patologie e se le normative non avessero imposto una restrizione nell’uso di questo ingrediente, oggi l’olio di palma sarebbe ancora nei biscotti che troviamo al supermercato, posto che non tutte le aziende alimentari ci hanno rinunciato. Si dà però il caso che le indagini sulle conseguenze di questo additivo – introdotto negli anni settanta per abbattere i costi di produzione – siano iniziate molti anni fa e sono negli ultimi tre, visto il crescente allarme, la sua potenziale pericolosità sia diventata fatto riconosciuto. Allora, dalle aziende che vantano i loro prodotti privati dell’olio di palma io mi aspetterei di sapere perché abbiano assunto provvedimenti in maniera così tardiva e, inoltre, una seria ricerca per stabilire quali effetti abbiano provocato quegli alimenti sui consumatori, quando ancora la correzione non era stata apportata. E vorrei anche sapere come sia possibile che una componente così discussa del cibo della grande distribuzione sia stata utilizzata senza che per tanti anni se ne avvertisse il potenziale pericolo. Perché un conto sono gli spot, un conto la vita.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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