“La morte sua.”
Agnello coi carciofi, voglio dire.
Ditemi quello che volete, ma l’agnellino non lo trovo altrimenti un granché.
Poco sapore, poca consistenza.
Sono d’accordo con Nanni Falconi: l’agnello di sei mesi è molto più buono.
Ma l’agnello con i carciofi, ah, quella è la morte sua.
I due sapori delicati si sposano alla perfezione e il risultato è una delle cose più buone che ci sia dato da mangiare.
Canciofa sarda, est craru.
E poi me lo faceva mia mamma.
E non ne mangio da chissà quanti anni.
Eppure un anno fa ci ho rinunciato.
Per Edith.
L’ho fatto per lei.
Avevamo già comprato i carciofi a Serramanna, salendo da Cagliari ad Alghero. Ci siamo infilati in una strada secondaria, perché con quei lavori sulla 131 non si capiva più niente, e abbiamo attraversato il paese.
Fuori da una casa vendevano carciofi del loro campo e i campi li avevamo visti prima di arrivare e ne avevamo una gran voglia.
Ho parcheggiato all’aminculo e ne ho comprato venti, di quelli spinosi, ovviamente.
“Angioni cun canciofa!”
Ma a Edith, altrettanto ovviamente, non ho detto nulla.
“La metterò di fronte al fatto compiuto!”
Ma–quando si dice sfortuna!–quando ci siamo fermati a rifornire in quel distributore un po’ prima di Mogoro, ci siamo anche presi un caffé e ci siamo fatti un giretto.
Io con il mio sigaro.
E, parcheggiato, c’era anche un camion a due piani carico di agnellini.
Edith si è avvicinata tutta contenta di vederli.
Ha infilato la mano tra le sbarre per accarezzarli.
Poi ha capito.
È quasi scoppiata a piangere.
Per tutto il viaggio fino ad Alghero non ha parlato d’altro.
Edith è così.
Prima di tutto è una mamma.
A molta distanza viene tutto il resto: io incluso.
Se la voglio, lei è così.
È ipocrisia la sua, visto che poi le bistecche di pecora se le mangia?
No, Edith è la persona più incapace di fingere che conosca.
È un’altra cosa.
Fatto sta che lei si era sorbita tre presentazioni del mio libro–tutte in sardo–senza mai lamentarsi, anche se non capiva niente.
Ore seduta lì, ad aspettare.
Non potevo farglierlo.
Le riconoscevo il suo diritto a provare pena per gli agnelli, ma io avevo il diritto a sentire quel sapore che non sentivo da anni e che mi faceva pensare a mia mamma.
Me lo sarei fatto cucinare da mia cugina: anzone cun canciofa.
Mia cugina cucina anche meglio di me.
“La morte sua!”
Ma adesso si trattava di riconoscere il sacrificio di Edith: io non ci sarei mai riuscito a starmene lì per ore a rompermi.
È diventata la miglior pasta con gamberi e carciofi che abbia mai mangiato.
Abbiamo cucinato assieme, io e Angela.
Io le ho insegnato a fare il fumetto con le teste dei gamberi e poi a saltare il tutto in padella con il fumetto, fino a quando si restringe.
Lei mi ha insegnato a sbollentare i carciofi, prima di buttarli in padella.
***
Avantieri siamo andati a mangiare fuori con gli amici di Edith.
Ingrid e Leo ci aspettavano già in macchina, all’angolo.
Ingrid non può bere e toccava a lei guidare dopo la cena.
Edith ha cominciato subito a parlare degli agnelli che stanno sul campo dall’altra parte della strada.
Tra lei e Ingrid hanno tirato fuori tutto il repertorio di sentimentalismi di cui le donne sono capaci.
Mi trattenevo a stento.
Poi Ingrid ha cominciato a raccontare di un articolo sul giornale su un agnello finito in ipotermia.
Lì mi sono incazzato: “Un articolo su un agnello, ma non scrivono nulla dei bambini palestinesi!”
Allora si è incazzato anche Leo.
Ingrid si era confusa: l’articolo era su un giornaletto locale e a finire in ipotermia era stato un ragazzo che era saltato in un fosso per tirar fuori un agnello.
Al ristorante, come antipasto, c’era tonno crudo condito alla giapponese.
Io ero ancora irritato e ho detto che non si doveva mangiare il tonno, perché è in pericolo di estinzione.
Ho barato un po’, perché quello in pericolo di estinzione è il tonno nostro, quello mediterraneo e quello in Olanda non lo trovi: troppo caro.
Edith, Leo e Richard hanno deciso che ordinare il tonno sarebbe stato immorale e contrario alle loro posizioni sul cibo sostenibile.
Ingrid, Petra e Marijke hanno ordinato il tonno.
Morale: i sentimentali hanno tutto il diritto a provare pena per gli agnellini.
Gli ipocriti hanno il diritto di andarsene affanculo.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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