Oggi, 21 luglio 2018, La Nuova Sardegna dà conto della vicenda fiscale che riguarda il sindaco di Golfo Aranci e consigliere regionale Giuseppe Fasolino, la cui indennità di carica è stata pignorata dall’Agenzia delle Entrate per “tributi e tasse non versate dal 2009 al 2017”, come si legge testualmente in uno dei sommari dell’articolo firmato da Silvia Sanna. Il debito accumulato da Fasolino, secondo i calcoli de La Nuova, è di 424 mila euro, risultato di Irpef non versate, bolli e multe non pagate. Pochi mesi fa, non soddisfatto della sua posizione di sindaco e consigliere regionale, Fasolino è stato candidato alle politiche per Forza Italia, mancando di un soffio l’elezione. Non è certo nostro compito entrare nel merito della condizione patrimoniale di Fasolino, al quale si augura di risolvere quanto prima e senza conseguenze le sue pendenze. C’è però un aspetto di grande interesse collettivo che emerge dalle dichiarazioni dell’interessato il quale, chiamato in causa dalla giornalista, ha ammesso i fatti, ha riconosciuto di avere sbagliato e ha commentato con una certa amarezza la vicenda. Riporto ancora, dall’articolo di Silvia Sanna, le testuali dichiarazioni del forzista gallurese: “È una vicenda assolutamente privata che nulla ha a che vedere con il mio ruolo di sindaco e consigliere regionale”.
È davvero una vicenda privata, quella di Fasolino, sulla quale il giornale avrebbe dovuto glissare, rispettando la riservatezza del politico? Non può esserlo, nel momento in cui il protagonista è un soggetto di primo puano della politica regionale. Chi fa politica dovrebbe saperlo. E il fatto che sia stata pignorata l’indennità pagata con i soldi dei contribuenti è solo un aspetto marginale.
Chi detiene cariche pubbliche rappresenta lo Stato, la legalità, il rispetto delle leggi. “Onestà, esperienza, saggezza” erano i tre slogan marchiati sul manifesto elettorale di Forza Italia, in vista delle elezioni del 4 marzo. Quando ci si propone per ruoli istituzionali, si ha il dovere dell’assoluta trasparenza: io, candidato, ho il dovere di raccontare tutto di me affinché l’elettorato si faccia un’idea il più possibile esatta e fedele della persona a cui sta riconoscendo il consenso. Ora, 424 mila euro di debiti non si materializzano dall’oggi al domani e, peraltro, Fasolino ebbe già nel 2010 la sua indennità di carica di sindaco pignorata per debiti con l’erario. Mi domando: quanti dei 4412 elettori che riconobbero il loro voto a Fasolino, alle regionali del 2013, avrebbero confermato il loro sostegno, se avessero conosciuto questo aspetto del candidato? Quanti dei 48295 voti ottenuti da Fasolino alle politiche di marzo sarebbero venuti meno, se questa vicenda fosse emersa prima?
Io, da elettore, mi sarei posto come minimo questa domanda: se una persona ha difficoltà a gestire le proprie finanze personali, può meritare una responsabilità importante come quella di consigliere regionale (probabilmente assessore, se il centrodestra avesse vinto)? Sono tutti aspetti che contribuiscono a formare un’idea completa del candidato, delle sue capacità e attitudini. Esattamente come il sommergibile giallo per le gite dei turisti, la sirenetta che canta in sardo nelle acque del porto, il museo sottomarino e la casa di babbo natale sul mare, alcuni dei pezzi forti della politica glamour del sindaco di Golfo Aranci. Il politico non può esimersi dalla piena trasparenza e non può lamentarsi se una giornalista fa il proprio dovere, spulciando aspetti del suo privato che hanno inevitabilmente una rilevanza pubblica. Solo con questo rigore e questa limpidezza si potrà battere il male dell’antipolitica, che è anche peggio del contenzioso con l’Agenzia delle Entrate di Giuseppe Fasolino.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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