Il 2 febbraio del 1990 morì ammazzato Renatino De Pedis, quello della banda della Magliana che poi l’hanno sepolto nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma, che è una chiesa perbene e infatti quando se ne sono accorti dopo appena dodici anni lo hanno tolto di lì. Il fatto è che lui stava per essere portato alla chiesa di Sant’Apollinare di Sassari. Non lo sapevate? Allora. Quando cessò di vivere senza fare in tempo a fare testamento perché il colpo di rivoltella gli era arrivato alle spalle, la famiglia chiese una sepoltura in chiesa. Il parroco gli dice, alla famiglia -Il funerale, vuoi dire? Certo, quello non si nega a nessuno. -No no, proprio la sepoltura. E niente. Vai e spiegagli che c’era l’editto di Saint Cloud che da quasi due secoli imponeva tombe fuori dalle città, in luoghi arieggiati e quanto più possibile uguali l’una all’altra. Questi si vede che contavano dove si puote ciò che si vuole e di Napoleone se fottevano. E alla fine gli chiedono -E che chiesa? -Sant’Apollinare. A un prete si accende la lampadina. Aveva capito che loro volevano dire la Basilica di Sant’Apollinare a Roma ma lui dice ai suoi colleghi -Facciamo i finti tonti e lo portiamo a Sassari che c’è anche lì una chiesa di Sant’Apollinare. Sassari allora andava di moda perché tra presidenti della Repubblica e altra roba così tutti la nominavano e inoltre nel quartiere omonimo intorno alla chiesa di Sant’Apollinare stavano rifacendo tutte le fogne ed era tutto sottosopra e il prete spiegò -Così nella confusione tra ruspe e tubi lo interriamo e la famiglia è contenta e nessuno se ne accorge. Nessuno se ne accorge? Come la voce si sparge a Sassari, arrivano al Comune e alla curia decine di petizioni di esumazioni dal cimitero normale per riseppellire i de cuius vuoi al Duomo, vuoi a Santa Caterina, vuoi a San Donato, vuoi al Sacro Cuore (che tra l’altro è moderna ed è un casino perché non ha cripte adatte), vuoi a… -Voglio che me la finisci con questo cazzo di elenco. Va bene. Insomma, in varie chiese. E chi faceva le petizioni? Le famiglie del fior fiore della malavita locale. A Sassari non è che ci fossero bande, ma c’erano operatori singoli che tra isthumbadi, coltelli e qualche arma da fuoco il loro dovere lo avevano fatto. C’era la famiglia di Fettina di Vitello, che voleva un monumento funebre a San Sisto, quella di Rococò voleva metterlo sotto l’altare maggiore di San Nicola, i figli di Gianni lu Troddiu chiedevano che riposasse nella chiesa del Rosario, in unione mistica con il giustapposto edificio delle Poste Centrali dove il loro amato padre aveva compiuto l’ultima sua rapina. Insomma, dalla curia di Sassari scrivono a Roma che se gli mandano De Pedis a loro gli tocca di sconsacrare tutte le chiese e di andare a dire messa all’aperto sull’agliora dei Giardini con gli altari da campo dei cappellani militari che benedivano quelli della Brigata Sassari prima dell’assalto. E allora a Roma si rassegnarono e le cose andarono come si sa.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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