Hai dovuto accettare quell’ipoteca per far fronte alle spese perché i soldi non bastavano più. – Stringo i denti e poi la riscatto – Devi aver pensato quando tentavi di saldare parte del debito, ma l’ottimismo e la speranza non sono stati sufficienti. Ed è arrivata la notifica di quel maledetto decreto ingiuntivo dall’ufficiale giudiziario, nero su bianco. Che quando hai 73 anni è una condanna a morte, non può essere altro che una sentenza per il patibolo.
Lui si chiama Franco Mesina, e vive alla periferia di Ozieri, nella sua azienda. Ha zappato e curato i campi per tutta la vita fino a che, ormai stanco, ha deciso che fosse il caso di riposarsi un po’ e godere i frutti del suo lavoro. Ma poi sono arrivate le malattie per i suoi capi d’allevamento, lingua blu ed altre. E la disperata richiesta di aiuti allo Stato e lui, no, non c’era. Qualcuno ha mai avvertito la presenza dello Stato nel momento del bisogno? Suvvia, non scherziamo. Si è rivolto alle Banche, allora, col suo bagaglio di disperazione.
Solito decorso, hanno elargito e poi chiesto indietro a tassi d’interesse che solo Dio, se esiste, sa quanto abbiano fatto lievitare la somma iniziale. Ha quindi pensato di mettersi in società con due persone per lottizzare la sua terra e venderla. Uno dei due soci è morto, l’altro si è tirato indietro. E Franco è rimasto solo a cercare di dominare tutte le spese, inutilmente.
Storie di ordinaria disperazione, che leggiamo sempre più spesso.
Il terreno di Franco è stato messo all’asta. Possedimento che da un valore di 1 milione di euro è passato a 382.000 €. Inutile dire che tra la fila di acquirenti, un facoltoso cliente, avvezzo a questo genere di vantaggiose compere, si è aggiudicato l’acquisto. Ci dovrebbe essere una legge morale che vieti la possibilità di speculare sul dolore degli altri. Non una legge divina, no. Ché io la giustizia la voglio qua, sulla terra.
Franco potrebbe essere nostro padre, nostro zio o il nostro bonario vicino di casa, coi suoi rassicuranti solchi sul viso e le braccia stanche. Noi stessi fra una ventina d’anni potremmo essere Franco. Ma se non possiamo cancellare i suoi debiti, dobbiamo avere la capacità, almeno, di evitare che si accorga di essere stato abbandonato e dimenticato dentro quel burrone, che solo a guardarci dentro vengono le vertigini.
Immaginiamo come ci si possa sentire nel fondo di quel precipizio a 73 anni. Altro non è che un provino della morte.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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