Daniele Piombi ho avuto modo di conoscerlo. La prima volta che l’ho incontrato avevo forse dodici anni e lui, da divo della TV, presentava una serata al Tris Blu, nella passeggiata di Alghero, locale oggi ampiamente in sfacelo nonostante la splendida posizione davanti al mare. Oltre a lui, quel giorno d’estate, su un tappeto rosso srotolato dalla strada al locale passarono anche Ernesto Calindri (quello del Cynar) e Mike Bongiorno. Ero lì con alcuni amici e ci pareva di essere al centro dell’attenzione mediatica perché eravamo vicini a persone famose. Poi lo incontrai una seconda volta in libreria da Vittorio Nonis, sempre ad Alghero e Vittorio me lo presentò. Lui, ormai, ad Alghero era di casa. Viveva a Porto Conte e aveva un amore smisurato per il mare. Parlammo di molte cose e notai che aveva in mano un buon fascio di libri. “Sono un buon lettore” mi disse. Vittorio ne approfittò per comunicargli che avevo scritto due libri sull’Asinara. Si dimostrò molto interessato all’argomento e al carcere e chiese copia dei libri che Vittorio subito gli porse. Mi chiese anche una dedica e io, davvero, mi sentii in forte imbarazzo davanti a quello che ritenevo un divo TV. Sorrise quando gli porsi i libri firmati e aggiunse “Li leggerò. Parlano di mare e questo è un buon inizio”. Non ebbi modo di ritrovarlo e non ho mai saputo se quei libri alla fine li ha letti. Aveva una bella voce, un ottimo sguardo e, contrariamente a quanto si possa immaginare, un’immensa cultura. Buona navigazione.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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