Non si possono prima chiedere le regole e poi non accettarle. C’è stata la richiesta chiara, esplicita di dimissioni e, successivamente, la possibilità di effettuare le primarie perché il segretario lo avrebbero scelto gli iscritti e i simpatizzanti di quel partito. Ci sono stati i contendenti e si è votato. Il risultato è stato quello che i votanti hanno decretato: ha vinto, con il 70% dei suffragi, Matteo Renzi. Chi perde accetta il risultato anche perché, per dirla in gergo calcistico, si è vinto “largo” e senza nessuna possibilità di replica. La democrazia è quello strano strumento che si chiede di utilizzare sempre, ma quando ci da torto siamo soliti trovare scuse anche indicibili. “Un uomo solo al comando”; “l’arrogante si è ripreso il partito”. Ed io, che non ho votato e che non mi riconosco in questo partito Democratico mi chiedo e vi chiedo: ma davvero siete così sicuri che si tratta di un voto antidemocratico? Davvero siete così sicuri che oltre un milione di persone si siano messe d’accordo per fare un torto ad Orlando e a Emiliano? Davvero credete che i votanti di Renzi siano tutti prezzolati, truppe cammellate e via dicendo? Vi è sorto il dubbio, almeno per un attimo, che se si decide di buttarla in democrazia c’è il rischio che votino tutti e che decidano, con la loro testa e non con la vostra, di votare chi gli pare? E poi – e concludo – ma perché se si è da una vita felici di rappresentare solo il 5% della popolazione, ci si incazza se la maggioranza non vi segue? E’ bello vivere nella minoranza o, come dice qualcuno “dalla parte del torto”. Però, in democrazia, governano gli altri. Bisogna tenerne conto.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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