Non mi sono mai fidato del tutto degli studi scientifici puri. Servono a comprendere, ad orientare ma non rappresentano mai la realtà. Prendete questa notizia: L’asilo nido, a cui sempre più genitori ricorrono per conciliare gli impegni di lavoro con le esigenze famigliari, non fa sempre il bene del bambino. A distanza di anni, infatti, il loro quoziente intellettivo può risultare ridotto fino a cinque punti rispetto a quello che si rileva nei coetanei che hanno trascorso i primi anni di vita in compagnia di adulti: un genitore, la babysitter o i nonni, non c’è differenza. Sarà vero?
Questi dati emergono da una ricerca presentata durante il Forum della Società Italiana dei Medici Pediatri (SIMPe) e dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), a Bologna. Non ho partecipato al Forum e non conosco le conclusioni e quindi, senza dire niente di scientifico, provo soltanto a fare qualche piccola osservazione. I ragazzini hanno la giusta esigenza di giocare e di stare in branco con i loro coetanei. Questo, credo, sia importante per lo sviluppo e la crescita: stare con i loro pari li aiuta al confronto e anche allo scontro. I primi anni di vita (ci hanno sempre detto che i primi tre anni sono determinanti per la crescita) se sono vissuti con gli adulti rischiano (è solo un mio azzardo) di costruire nel futuro adulto sicurezze che potrebbero sgretolarsi quando gli adulti lo proteggono. Però, a quanto dice questa ricerca, questo stare con i grandi serve ad aumentare il quoziente intellettivo. Chissà. Secondo me dipende sempre da chi sono gli adulti. Di alcuni avrei sinceramente qualche perplessità nel lasciarli accanto ai piccoli pargoli.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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