Ditemi che dimensioni deve avere una strage per recuperare le prime pagine dei giornali. Ditemi se vi bastano cinque bambini annegati davanti alle coste della Turchia. Erano su un barcone carico di migranti, inconsapevoli che quel mare dipinto da poeti e cantanti li potesse inghiottire. Ditemi se possono bastare altri sei bambini afgani morti mentre tentavano di raggiugnere l’isola greca di Chio, ignari che il futuro per loro potesse essere acqua eterna. Ditemi se vi possono bastare alcuni numeri: dall’inizio dell’anno più di 650 mila migrati, soprattutto rifugiati siriani, hanno provato a cavalcare il mare e oltre 500 di loro sono morti. Molti dei quali sono dei bambini. Ditemi che luci possiamo accendere per illuminare questo buio profondo e silenzioso. I dati forniti dalla fondazione migrantes fotografano una strage inaudita: i morti sono più che raddoppiati nel 2015 rispetto al 2014: da 1600 a oltre 3200. Continuano le morti di bambini, dimenticate: oltre 700 dall’inizio dell’anno”, ha detto il direttore generale della fondazione, Monsignor Gian Carlo Perego. Ditemi se vi basta o se abbiamo finito le nostre candele e i nostri fiori e le nostre lacrime utilizzate solo per i morti del nostro piccolo recinto. Ditemi, adesso, in questo preciso momento, davanti all’anno santo della misericordia, davanti a tutti i credenti che passano nelle porte sante sparse per il mondo, cosa significa dover dare da mangiare a chi ha avuto fame, dare da bere a chi ha avuto sete, ospitare chi era forestiero, visitare chi era malato o trovare qualcuno che era in carcere. Ditemi se avete fiato per rispondere che cosa avete fatto voi che predicate l’amore per le nostre tradizioni, per il nostro natale, per le luci colorate. Ditemi cosa possiamo raccontare a quei bambini. Datemi una risposta, una sola. Ve lo chiedo con lo strumento che voi portate ad esempio contro il nemico musulmano: con il Vangelo. Che voi, immagino, non avete mai letto. Non passate allora per la porta santa, non camminate con anima gonfia di ipocrisia. Davanti a quella porta ci sono tutti i bambini che non siamo riusciti a salvare, ci sono tutti gli ultimi del mondo ad osservarvi. Non piangono e non urlano e non inveiscono. Sono lì, davanti a quelle porte sante a ricordarvi di provare a vergognarvi. Voi, che in nome di un Dio cui credete vi comportate in maniera completamente diversa da quanto vi viene suggerito dal Vangelo. Bene. Ditemi qual’è la differenza tra un credente che non conosce la misericordia e un ateo che prova ad abbracciare quel bambino. Io credo che sia di quell’ateo il regno dei cieli.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design