La Sardegna ha dato tanti uomini alla politica, da Segni a Berlinguer a Cossiga…
Ora al di là di una sottosegretaria di seconda mano non riusciamo ad andare.
Anzi, no, mentre nella penisola imperversa un Salvini, noi ne possiamo vantare due: Mauro Pili, il Salvini del Sulcis-iglesiente e Marcello Orrù, lu Salvini di Ruseddu o di la Conza.
Il Salvini padano pubblica la foto dell’interno di un traghetto, denunciando la “partenza ritardata” (tipo lavatrice o lavastoviglie) per l’arrivo da Cagliari di un pullman di immigrati da imbarcare per la penisola. Dimentica le numerose volte che navi e aerei sono partiti con forti ritardi per aspettare pullman di tifosi di qualche squadra del nord, che andrebbero, quelli si, aiutati a casa loro..
Il Salvini del Campidano si lancia nell’ennesima filippica, questa volta contro la TV di stato, per una trasmissione che secondo la sua testa fa «Uno pseudo giornalismo da trogloditi che umilia e offende il popolo sardo e fa passare la Sardegna come una tribù che usa i coltelli tradizionali per ammazzare la gente”. Non si ricorda il nostro enfant prodige che le accabadore non ci sono più, per questo le donne sarde fanno incetta di pattadesi, lo sanno pure i bambini che la piaga della Sardegna sono i “mariticidi” e quella trasmissione ci ha sputtanati di brutto. Bravo Pili, fatti sentire, che la notizia ha avuto ben 6000 condivisioni, senza considerare i “mi piace” su feisbuc.
Infine lu Salvini di Ruseddu, o di la Conza, a scelta, quel Marcello Orrù, già presidente di case di riposo, già sentinella in piedi e consigliere regionale sardista indipendente ma non indipendentista, che invita il sindaco Nicola Sanna a non sottovalutare i fischi della faradda, che “rappresentano un segnale della situazione di grande difficoltà in cui versa Sassari” e lancia la proposta al sindaco: “Prenda esempio da quel suo collega amministratore di Telgate, nel Nord Italia, e proponga al Consiglio Comunale di votare per l’attribuzione ai sassaresi in difficoltà dei 36 euro al giorno destinati dal governo Renzi agli immigrati”. Ignora, no, non ignora, che i 36 euro non vanno nelle tasche degli immigrati ma alimentano quel business nel quale si son gettati a capofitto imprenditori, magari ex amministratori di residenze assistite o simili…
Non c’è rimedio all’insipienza, alla demagogia, alla ricerca di visibilità a tutti i costi e soprattutto al fascismo strisciante.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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