Sono passati dieci dalla morte di Wess e io non l’ho neppure realizzato che il cantante che faceva coppia con Dori Ghezzi morì il 21 settembre 2009. Di lui ricordo la sua voce, tipica da rhythm and blues e la sua ottima interpretazione di “Senza luce”, una cover che in Italia cantarono anche i Dik Dik e Fausto Leali. Diventò famoso per la canzone “Voglio stare con te” cantata nel 1972 con una giovanissima Dori Ghezzi, per tutti Miss Kasaciok. Sette anni dopo lei avrebbe condiviso, con il suo compagno Fabrizio De André, un’avventura sull’hotel supramonte: un terribile sequestro di persona che non fu, come molti possono pensare, poetico e interessante. Wess, al secolo Wesley Johnson, fece parte, nonostante fosse statunitense, di un gruppo chiamato “Squadra Italia” e cantò, a Sanremo, un brano praticamente rimasto sconosciuto dal titolo accattivante: “Una vecchia canzone italiana”. Tutto questo mi è ritornato in mente pensando al nuovo partito – o movimento che dir si voglia – lanciato in questi giorni da Matteo Renzi: Italia Viva. Il gruppo che partecipò a Sanremo con “Una vecchia canzone italiana” era un mix di vera canzone popolare di quei tempi: oltre a Wess il gruppo era composto da Giuseppe Cionfoli (il famoso prete poi spretato), Lando Fiorini, Jmmy Fontana, Rosanna Fratello (sono una donna, non sono una santa) Wilma Goich, Mario Merola (‘o zappatore) Gianni Nazzaro, Nilla Pizzi, Toni Santagata e Manuela Villa. Era un gruppo sulla carta fortissimo, pronto a sbaragliare qualsiasi avversario. Su venti canzoni finì al 19° posto. Sotto di loro solo uno sconsolato Califano con un testo che era tutto un programma “Napoli”. Quell’anno vinse Alessandro Baldi e Giorgio Faletti arrivò secondo con la canzone Signor tenente. Ecco, mi è venuto in mente tutto questo pensando a Italia Viva. Sembra una grande squadra ma rischia di passare nel dimenticatoio. Basta poco per perdere. Minchia signor Matteo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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