Potremmo definirla gaffe, oppure sbaglio, errore, equivoco, svista, malinteso, pecca o come vi pare, che il perimetro linguistico all’interno del quale collocarla è assolutamente irrilevante e non sposta di una virgola il peso di quelle parole.
Vi ricordate di qualche tempo fa quando la Barracciu, fresca di nomina all’incarico da sottosegretario, oltre a non sapere se la sua delega fosse Turismo o Cultura perche “doveva ancora guardare”, dichiarava, in un’intervista al Corriere della Sera, che il suo primo obiettivo da raggiungere sarebbe stato quello di fare della sua città Cagliari la capitale della Cultura nel 2019? Quando era stata redarguita dal sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che aveva chiamato in causa addirittura il Ministro Franceschini affinché verificasse se quelle parole fossero frutto di ingenuità oppure di obiettivi lontani anni luce dall’imparzialità che un sottosegretario di governo dovrebbe riservare a una competizione dove le città in gara sono ben sei e dove la Barracciu non rappresenta la regione Sardegna ma l’intero Paese?
Forse Franceschini l’aveva sgridata, o forse i provvedimenti erano stati anche più severi non ci è dato saperlo, ma quell’episodio la deve avere parecchio “scrammentada” o “scalmintata” in Gallurese. Ieri infatti, giornata epocale per la Sardegna e per i suoi corregionali, mi aspettavo di trovare da parte della sottosegretaria sarda almeno un piccolo post sull’importante manifestazione di Capo Frasca… invece nulla. E non dico un’intervista ufficiale da rilasciare a qualche testata nazionale, ma almeno un piccolo post sulla sua bacheca, dove avrebbe potuto anche far prevalere quello spirito campanilista che, invece, ha mostrato maldestramente in altre occasioni e in contesti assolutamente inadeguati.
Nella sua pagina Facebook ci fa sapere, con piglio da adolescente che scrive nel diarietto sul comodino “ora sono al Teatro La Fenice”, “ora sono in treno perché domattina dovrò fare…”. Nemmeno un cenno a Capo Frasca. Nulla di nulla.
Tuttavia, mi dico sconsolata, uno piccolo spazio da riservare per spendere due parole sulle servitù militari da smantellare, sulla coesione del popolo sardo, sulla dignità dei suoi conterranei, sulla manifestazione pacifica e ordinata, sul numero enorme dei partecipanti, poteva anche trovarlo.
Inserito così, con nonchalance, fra ciambelloni e panini alla mortadella avrebbe fatto la sua porca figura. Anzi, la sua porchetta figura.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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