Ho preso il treno quasi veloce. Da Sassari a Cagliari. L’ho preso alle 6.40 del mattino ed è partito con una puntualità disarmante. Non voglio raccontare della velocità che non c’è e dei problemi strutturali sulla ferrovia che permangono e che non si risolvono sicuramente in due mesi. Voglio parlarvi di una cosa che chiamerei semplicemente normalità. Ecco, salendo su quel treno bianco e rosso mi sono sentito un cittadino “normale”, che poteva tranquillamente accomodarsi in un sedile pulito, che aveva a disposizione il tavolinetto davanti per appoggiare il computer, la possibilità di utilizzare l’energia per caricare la batteria del PC o del telefono cellulare e far trascorrere le ore con il WI-FI messo a disposizione dalle ferrovie dello Stato. Vorrei raccontarvi del silenzioso viaggio tra l’alba che ci ha sorpreso dopo Giave e prima di Macomer, del bigliettaio simpatico che ti accoglieva con un “benvenuto” e ti augurava “buon viaggio”. Dei giovani multicolori che salivano e popolavano lentamente quel treno che da Oristano a Cagliari, oltre ad essere quasi al completo, viaggiava con una certa velocità. Il treno è arrivato puntualissimo alle 9.27 a Cagliari e quindi, al netto di tutto, comprese le fermate, ha impiegato due ore e quarantesette minuti. In quel periodo ho letto tranquillamente due quotidiani scaricati con il wi-fi, smistato la posta, inviato alcune mail, preparato un lavoro per l’ufficio e ho chattato con la redazione di Sardegnablogger in tempo reale. Perchè vi racconto questo? Chiaramente non sono i dieci minuti guadagnati a farci diventare cittadini uguali agli altri. Però una cosa occorre dirla. E dirla subito: dalla stazione di Sassari a quella di Cagliari, con l’automobile impiego circa due ore e venti minuti. Posso partire quando voglio e risparmio qualche minuto. Però non posso leggere e lavorare in tutta comodità. Qualcuno obbietta: il tempo è troppo perchè il frecciarossa divora i chilometri e l’Italia ha un’altra velocità. Vero, ma in parte. Ho viaggiato recentemente da Milano a Verona e i tempi di percorrenza sono infiniti e i treni pessimi. Dovremmo dunque accontentarci? Ho parlato di normalità e questa, con il nuovo treno l’abbiamo raggiunta. Mi chiedo e lo chiedo a tutti voi: ma perché quelli che hanno lasciato questo piccolo gioiellino comodo e “normale” buttato per cinque anni negli hangar delle stazioni oggi contestano vivacemente questa operazione? Cosa avremmo dovuto fare? Attendere che si adeguasse la linea ferroviaria e, nel mentre lasciare il nuovo treno a marcire nelle stazioni? Chi promette sogni non potrà mai mantenerli. Ecco perché plaudo alla normalità delle piccole cose. Provate questo viaggio: dura solo ventisette minuti in più della vostra automobile, sempre che non facciate soste lungo la strada, altrimenti la percorrenza è paradossalmente identica. Però viaggerete in perfetta comodità, potrete anche passeggiare, osservare l’alba e leggere con tranquillità. Le oltre due ore sono il tempo giusto per vedere un bel film in streaming, wi-fi gratuito e a disposizione, oppure per ascoltare della buona musica. Un viaggio, come suggerisce Saramago, non è mai definitivo e questo nuovo treno è adatto per tutti i cuori viaggianti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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