“Mamma, dove hai messo l’elenco telefonico?” chiedo dopo aver sbirciato le voci elencate nel dettaglio dei costi della fattura Telecom, quella del telefono fisso. Nella categoria “altri importi” c’è infatti un addebito di euro 2,05 + Iva, per un totale di euro 2,50, per “consegna elenchi telefonici”. Il costo di consegna, dall’ottobre scorso, è aumentato del 100% ma pochi se ne sono accorti. Uno di questi è mia madre, dalla quale è partita la richiesta di controllo della fattura.
Li trovo, gli elenchi telefonici, a lato del mobiletto addossato alla parete che ospita anche l’apparecchio telefonico vintage. Sono intonsi, mai sfogliati, assolutamente vergini. Uso il plurale perché trattasi di tre tomi fitti fitti di nomi, cognomi, indirizzi e numeri, con caratteri degni dell’ultima riga del tabellone luminoso dell’oculista. L’elenco telefonico vero e proprio si chiama fantasiosamente “Elenco Si!” e consta di ben 368 pagine. L’edizione del nord Sardegna (Sassari, Tempio, Olbia e province) presenta in copertina la Dinamo che festeggia lo scudetto. Pagine e pagine di nomi e numeri incolonnati, da Aggius a Villanova Monteleone, da Abeltino a Zucca prima di passare alla sezione categorica e al gran finale, l’irrinunciabile indice delle categorie e dei rimandi che noi tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo consultato.
Ma se pensate che l’elenco telefonico vero e proprio sia “Elenco Si!”, non avete dato uno sguardo al secondo dei tre tomi che Telecom ci fa trovare ogni anno all’uscio. Perché il volume “Pagine bianche” altro non è che un secondo elenco telefonico uguale al precedente che parte da Aggius e finisce a Villanova Monteleone, che comincia con Abeltino e termina con Zucca. Un doppione, per farla breve.
Peraltro, le due pubblicazioni non sono collegate, essendo in capo a società editoriali distinte: ”Elenco Si!” è pubblicato da “Pagine Si!” con sede a Terni; “Pagine bianche” è dell’editore “SeatpG” con sede a Torino.
Il terzo e ultimo pallosissimo data base cartaceo destinato a finire nella differenziata senza mai averlo aperto è il famoso “pagine gialle” dedicato alla “Casa” che, nel caso di mia madre, risale però alla favolosa annata 2010-2011. Colto da improvviso sospetto, chiedo a mia madre se casualmente avesse utilizzato l’annata 2015 delle “pagine gialle casa” per accendere il fuoco nel camino, il che avrebbe almeno dato un senso al nome della pubblicazione. Niente. Il tomo non è più arrivato. Poco male.
Riepilogando, nelle case di 21 milioni di italiani arrivano ogni anno due elenchi telefonici praticamente uguali nella sostanza che quasi nessuno apre e che, altrettanto spesso, non vengono proprio ritirati. Però ogni abbonato paga in bolletta 2,50 euro. Il totale fa 52,5 milioni di euro. Mica male.
Per non parlare di quanti continuano a pagare il cosiddetto “noleggio apparecchi telefonici”, altra voce presente in fattura. Trattasi di 2,53 euro, Iva inclusa. Quanto alle spese di spedizioni della fattura, ammontano a 0,65 cent. Ma siccome la bolletta è diventata a scadenza mensile, il costo complessivo annuale sale a 7,8 euro.
Telecom si impegna a piantare un albero per ogni rinuncia agli elenchi telefonici e per la sostituzione della fattura cartacea con quella elettronica. Un motivo in più per spedire la disdetta e aiutare i nostri vecchi a risparmiare.
“O ma’, lo sai che, con i soldi versati per il noleggio del telefono in tutti questi anni, oggi saresti uno degli azionisti di riferimento della Telecom?”.
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