Chissà cosa ne diranno le femministe?
Daranno del sessista anche a me?
Del vecchio porco?
Comunque la verità è che io il contratto l’ho firmato e che ancora sto qui a chiedermi perché.
Erano in due, come i testimoni di Geova.
Una parlava e l’altra, insomma, era lì, in piedi e stava lì, in piedi.
Una era giovane e bella: bella quanto può esserlo una donna giovane.
Molto bella, insomma, se non l’avete capito.
L’altra era giovane, ma non era bella.
Quella bella era anche quella che parlava.
Lì, sulla porta, non ho capito una mazza di cosa volessero.
La bella parlante parlava e parlava.
Mi dava un sacco di informazioni che non riuscivo a collegare.
Io annuivo, ma non capivo.
Poi mi ha chiesto se potevano entrare per potersi sedere al tavolo a farmi vedere meglio di cosa si trattava.
Io ho balbettato che la casa era un casino.
Hanno detto che non faceva nulla e le ho guidate tra le pile di libri per terra—eja, ho molti libri, ma non ditelo ad Antonio Dessì, sennò dalla gelosia mi dice di nuovo che sono un “minimus”—fino al tavolo.
Evidentemente Mitza l’aveva pulito, l’ultima volta che è venuta a cena, infatti non c’erano briciole, ma solo lettere, carte e libri.
Non ci stanno nella libreria, insomma.
Io ho molti libri, ma non ditelo a Dessì!
Ho fatto un po’ di posto per la bella parlante.
La meno bella si è seduta a fianco a lei.
Continuava a tacere, ma adesso da seduta.
Si guardava intorno.
Guardava le mie fotografie alle pareti.
Volevo dirle: “Le ho scattate io!”, ma non gliel’ho detto.
La bella parlava e disegnava lo schema della rete di cavi di fibre ottiche del rione.
Diceva che sarebbe costato sempre di meno e che avrei avuto un’allaccio personale alla rete.
Diceva che avrei ricevuto meglio Internet.
Le ho detto che ero già soddisfatto.
Ha puntato il dito verso la televisione e ha riso, ma in un modo adorabile.
–Non esattamente l’ultimo modello!
E ha riso in un modo adorabile.
Le ho detto che la televisione via cavo non mi interessava, piuttosto, forse, avrebbe potuto fami ricevere dei programmi decenti?
Ha riso di nuovo.
Faceva in continuazione delle battute demenziali.
Poi rideva.
Invece la collega silenziosa non cambiava neppure espressione.
Eppure lei era adorabile.
Era tutta infagottata, con sciarpa e tutto, e non ha sciolto nulla del suo abbigliamento.
Non so nemmeno se avesse le tette grandi o piccole.
Cosa c’entra?
A un certo punto salta fuori questa storia dei biglietti aerei per due.
Due biglietti aerei per una destinazione in Europa.
Una città in Europa o anche in Marocco.
A gratis.
Come premio per l’abbonamento al cavo di fibre ottiche.
E ha aggiunto: “Se non ha nessuno con cui andare, vengo io con lei!”
Allora non mi sono trattenuto più: “Smettila! Potresti essere mia figlia!”
Con quel tono.
E lei: “Ma potremmo andarci da buoni amici!
Io: “E poi già ce l’ho qualcuno con cui andare!”
Ho firmato il contratto.
Quando sono andate via, lei, la bella parlante, ha visto la mia fotografia con Mitza.
–È sua figlia? Molto bella!
Io ho pensato: “Su cunnu de mamma tua!”
Ma ho solo detto: “SI!”
E adesso aspetto di vedere se questa mi ha inculato o no.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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