Bibbiano non è Sodoma, non è un luogo di malaffare, non è ciò che è stato dipinto con pennelli grossolani per troppo tempo. A leggere La repubblica (10 settembre 2019) i giudici hanno svolto un lavoro attento e certosino. Hanno fatto, insomma, i giudici. Su un centinaio di segnalazioni dei servizi di Bibbiano, con i quali si prospettava l’allontanamento dei bambini dalle famiglie, in 85 casi il Tribunale ha deciso diversamente. Ossia di lasciare i ragazzini tra le mura domestiche. Solo nei casi più controversi, una trentina, i magistrati hanno deciso per «l’affido esplorativo». Una misura che non prevede l’allontanamento dalla famiglia e chiede ai servizi sociali di “sostenere” genitori e figli per superare eventuali momenti difficili. Su 100, solo in 15 casi i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento, non prima tuttavia di aver incaricato propri consulenti con il compito fare verifiche.Il giornalista di Repubblica aggiunge inoltre che la bontà delle decisioni assunte da Tribunale dei Minori è dimostrata dal fatto che in otto casi i genitori non hanno fatto ricorso in appello, accettando la decisione. Mentre i ricorsi contro le sentenze (che sono stati sette) sono stati tutti respinti dalla sezione minori della Corte d’Appello. In altri termini, per le decisioni contestate c’è stato un secondo tribunale che ha dato ragione a via del Pratello.Significa che tutto era falso? Assolutamente no. C’è un’inchiesta in corso e quell’inchiesta sarà analizzata in maniera compiuta nelle aule del Tribunale ma è chiaro che ai margini dell’accusa ci sono delle puntualizzazioni che andavano effettuate. La domanda che tutti si pongono è però un’altra: perché i giudici ci hanno messo così tempo ad intervenire, a specificare, a dire che sui fascicoli di Bibbiano non hanno riscontrato irregolarità? La magistratura – per fortuna – non utilizza i social, non invia twitter e non arriva a giudizi affrettati ma analizza con attenzione il materiale per il quale dovrà poi esprimere un giudizio. Occorre una buona dose di equità quella che, secondo una definizione scolastica è attribuita al filosofo Aristotele: «l’equità è la giustizia del caso concreto»[1]. L’equità, in questo caso prova a temperare ciò che il clamore ha modificato con le iperbole che poco hanno a che vedere con il senso ponderato di giustizia. I magistrati, pertanto, utilizzano un tempo “necessario” per verificare gli allontanamenti dei bambini dalle loro famiglie. Erano richieste che giacevano da oltre due anni nelle scrivanie dei giudici e erano state inviate su richiesta di alcuni PM della Procura Minorile. Lo studio, definito dal Dr. Giseppe Spadaro, presidente del Tribunale “minuzioso” è da considerarsi “confortante”. Il vertice, avvenuto il 13 settembre 2019, a cui hanno preso parte i responsabili dei servizi sociali della province di Reggio Emilia, impegnati sui diversi fascicoli della Val d’Enza ha dato dei risultati ritenuti molto interessanti e Spadaro ha rassicurato gli operatori presenti: « Se vi sono state mele marce che hanno tentato di frodarci processualmente – ha detto il presidente – devono essere giudicate dalla magistratura e punite in maniera severa e l’’assistente sociale è di fatto come la polizia giudiziaria per un pm, dunque chi ha sbagliato dovrà essere punito » .Spadaro ha poi concluso affermando che il “ sistema” ha dimostrato nel suo complesso di essere sano: «Voi servizi sociali svolgete un delicato e fondamentale ruolo nel nostro Paese di tutela dei minori, non mollate e continuate a lavorare con prudenza, professionalità e coraggio». Eppure le cose non erano cominciate in questo modo. Continua…
[1] Secondo molti studiosi del pensiero aristotelico (cfr. a questo proposito Frosini in “Enciclopedia del diritto, 1966, pag 69) questa formula non è di Aristotele ed è una semplificazione deformante del suo pensiero.
Fine della nona puntata.
Vi parliamo di Bibbiano. Le precedenti puntate:Prima puntataSeconda puntataTerza puntataQuarta puntataQuinta puntataSesta puntata settima puntata ottava puntata
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Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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