Strana coincidenza quella di ieri.
Prima si è affacciata in rete la disamina di Umberto Eco sulla qualità delle informazioni immesse nella centrifuga dei social, dettata spesso da un giudizio di pancia impulsivo e acritico che ha la presunzione di vestirsi da opinione, e poi, subito dopo, è arrivata la sparata di Selvaggia Lucarelli che lamentava l’eccesso di esultanza per il rientro di Samantha Cristoforetti dalla missione.
Mi aspettavo di vedere Umberto Eco che, con sorriso sornione, affermava soddisfatto: – Che vi avevo detto? Come volevasi dimostrare! –
Un po’ come accade nei teoremi di matematica dove, dopo l’enunciato, arrivava la prova dell’ipotesi.
Superfluo sottolineare che la Lucarelli non criticava l’astronauta e non ne sminuiva il valore, anche se un tentativo sotterraneo, fors’anche inconsapevole, nel provare a farlo io l’ho scorto. E invece è riuscita a sminuire solo se stessa. Come una bambina che si tuffa in una pozzanghera per schizzare i passanti, non ha valutato che tutto quel fango se lo sarebbe ritrovato addosso.
Non ritengo sia una stupida, questo no, ma corre l’obbligo di distinguere l’intelligenza dal comportamento intelligente. Ché non sempre le due cose viaggiano accomodate in sedili adiacenti, talvolta non si muovono nemmeno nello stesso scompartimento.
La Cristoforetti, se ancora Selvaggia non l’avesse capito, è una donna che con la sua missione e le sue competenze ha contribuito a sgangherare alcuni dei retaggi maschilisti ancora sparsi nel sottobosco della collettività.
Ora mi pare superfluo fare la comparazione dei curricula delle due signore, perché suonerebbe come una bestemmia, ma sarebbe interessante sapere cosa la Lucarelli ritiene degno di nota al giorno d’oggi più di una missione spaziale.
Il ritorno dei naufraghi dall’isola dei famosi?
No, beh… perché per quelle raccapriccianti restituzioni umane io l’avevo vista esultare in maniera assolutamente ignobile.
Ma quel che mi preoccupa davvero non è il pensiero della Lucarelli o la sua superficialità nell’esternarlo: sono i 19.605 like apposti sotto quelle parole.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design