Ogni tanto ci penso: ma perché amo Napoli? Risposta di molti amici napoletani: perché non ci vivi. Un po’ come tutti amano la Sardegna e quando scoprono che siamo sardi ci dicono subito “Beati voi”. Già. Beati voi cosa? Si amano le cose lontane e più sono al di fuori del nostro telescopio più le desideriamo. Però, ritornando a Napoli sono convinto che, a parte mio cugino che me l’ha fatta amare perchè lui ci ha vissuto intensamente, io più che Napoli amo l’essere napoletano, che è una condizione essenziale per sopravvivere. Amo Masaniello, furbo e scaltro, amo Totò nella sua immensa comicità e serietà: una canzone come Malafemmina non è mai passata per Sanremo e una poesia come ‘A livella sono pochi che potevano permettersi di scriverla. Ma ci sono i camorrisiti. Certo, ci sono e per lavoro ne ho conosciuti. Come ho conosciuto moltissimi detenuti napoletani. Ma la napoletanità è un’altra cosa: meglio, per me è un’altra cosa. E’ un assolo di Pino Daniele, un trillo di james Senese, “un giorno credi” di Bennato, è “quanno chiove”, è “Questi fantasmi” di Eduardo, è “Ricomincio da tre” di Troisi. Certo, c’è anche Gigi d’Alessio e Mario Merola. Però Napoli è anche una città vista con gli occhi di Giacomo Leopardi, è Curzio Malaparte, Benedetto Croce. E’ Salvoldi, Bruscolotti e Pogliana ma è anche e soprattutto Diego Armando Maradona: la poesia che gioca a calcio. Certo: il traffico, la corruzione, la maleducazione, la furbizia. Tutto vero, ma la napoletanità è un altra cosa. E chi storce il naso, chi dipinge Napoli come il male assoluto, chi racconta che è tutto uno schifo non riesce a filtrare il bello e il brutto, il rosso e il nero. C’è della bellezza anche a Scampia. Bisogna saperla cercare. Chi distrugge tutto poi, magari va in giro per il mondo a dire che la Sardegna è il luogo più bello del mondo: il sole, il mare, i centenari, i giganti. In una sola parola: la sardità. Ma siamo davvero sicuri che i sardi sono tutti uguali? E perché allora siete così convinti che i napoletani siano tutti ladri, o tutti cantanti, poeti e furbi? E, per dirla con Troisi: possibile che i napoletani non possano tranquillamente viaggiare senza essere considerati emigranti? La napoletanitià non esiste e dunque non esiste neppure la sardità, la sicilianità e la padania. Esistono popoli e uomini e a Napoli ci sono cose bellissime che io amo fortemente. Quella è la mia napoletanità: l’essenza della bellezza e della normalità.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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