E cosa pensate di risolvere, disertando una manifestazione letteraria perché non volete condividere gli spazi con un editore fascista? Se questo dev’essere il principio, non dovremmo più entrare in una chiesa, in un bar o dal barbiere, dovremmo star lontani dalle piazze e dagli stadi. I fascisti non sono una forza aliena arrivata da Marte. Sono sempre stati tra noi, solo che prima si vergognavano ad ammetterlo. Per “tra noi” intendo nei nostri paesi, nelle nostre strette cerchie di amici, nelle nostre case. Ascoltate i discorsi ai matrimoni, alle cene di Natale, alle feste di battesimo. Fascismo, oggi, non è mostrare dei simboli del ventennio, per provocazione o ricerca dell’attenzione. Non mi preoccupano tanto questi patetici rigurgiti, tutt’al più un maldestro tentativo di trovare una pezza ideologica alla propria banalità. Oggi fascismo è lo smantellamento violento della complessità della politica. Oggi fascismo è ruspa al posto della democrazia. Fascismo è risolvere tutto con una pistola in casa, augurare la putrefazione in galera, non aspettare le condanne per condannare, istituzionalizzare la vendetta, respingere a cannonate tutto ciò che è diverso o lontano. Fascismo è vedere un malfattore, un ladro o un corrotto in ogni politico che si appelli alla Costituzione. Oggi fascismo è, per quanto bizzarro e paradossale appaia, dire sempre quel che la maggioranza della gente vuole sentire, prima che la riflessione subentri: non abbiamo tempo per la democrazia. Che ci piaccia o no, con questa gente dobbiamo conviverci. Non solo nei saloni del libro, ma anche nel soggiorno di casa. Fuggire da loro significa rinunciare al confronto o forse rivela un complesso d’inferiorità, un’ammissione di inadeguatezza al confronto stesso. Dividere il mondo in paratie stagne è un nuovo passo verso una guerra civile. Una guerra di lontananza e di silenzi, mentre l’unico strumento per vincerla sarebbero proprio le parole dette nel chiuso della stessa stanza. A voi scrittori e intellettuali si chiede pensiero e partecipazione, non aventini.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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