Anni settanta/ottanta, in Italia si consumava la stagione delle stragi, degli attentati, del terrorismo di diversa natura, di estrema destra e di estrema sinistra. Anni di piombo, durante i quali al mattino si aveva paura ad accendere radio e televisione: giornalisti gambizzati, dirigenti sequestrati, giudici o sindacalisti trucidati e stragi, diverse stragi che hanno gettato l’Italia e gli italiani in una sorta di disperata rassegnazione che ha sollevato steccati, determinato disillusione e disimpegno, e un progressivo allontanamento dalla vita politica.
A chi ha giovato quella violenza? In che modo è cambiata la vita degli italiani? Quali processi di progresso civile e sociale hanno subito un rallentamento? C’è stata o no una destabilizzazione della vita politica ed un progressivo allontanamento dai grandi ideali che muovevano tanti giovani, tante donne, tanti uomini, tanti lavoratori, tanti studenti?
Si, io credo di si.
Così come credo che la nostra stagione, quella attuale, fatta di improvvisazione, di prevaricazioni, di antipolitica, di disimpegno, di tutti contro tutti, di urla, insulti, sia la conseguenza di quella stagione, sia figlia di quegli anni. I grandi partiti sono stati spazzati via, e insieme ai partiti gli ideali che li animavano. La conseguenza è che oggi siamo nelle mani di dilettanti allo sbaraglio.
Ma veniamo al terrorismo odierno, quello che si attribuisce all’Isis, all’islamismo, a quell’estremismo diretta e prevedibile conseguenza delle destabilizzazioni e delle “democrazie esportate” dagli stati occidentali in medio oriente e in diverse regioni dell’Africa.
Non c’è dubbio che oggi come allora le vittime siano degli innocenti: sempre le vittime sono degli innocenti, ieri, oggi e anche domani! Ma oltre alle vittime dirette, quelle che cadono sotto la bomba di un kamikaze a Manchester, sotto i colpi di mitra a Parigi, sotto un tir a Nizza o a Berlino, ci sono e ci saranno altre vittime, vittime postume, vittime successive.
Su quali processi politici interni e internazionali infatti si ripercuote e si ripercuoterà quest’ondata di terrore che ci spinge ad elevare steccati, a costruire muri a chiuderci nelle nostre frontiere a chiedere il respingimento dei disperati?
Non ho dubbi.
Il terrorismo di matrice islamista e jihadista, da Madrid a Manchester, da Parigi a Bruxelles, da Nizza a Berlino, si ripercuoterà su quel processo migratorio che vede migliaia di individui ogni giorno scappare dalla miseria, dalla fame, dalle carestie, dall’arretratezza, dalla disperazione, dalle guerre più o meno civili create dall’occidente. Le vittime conseguenti saranno quelle migliaia di individui che cercano la sopravvivenza nelle nostre regioni, nella nostra civile, vecchia, opulenta Europa. Quelle sono e saranno le vittime di questo nuovo terrore! Così come ieri in Italia la vittima del terrorismo è stata la politica, oggi nel panorama internazionale le vere vittime sono le centinaia di migliaia di profughi che cercano un’opportunità per salvarsi.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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