Se dovessero intercettare i pochi gruppi WhatsApp nei quali sono inserita ci sarebbe veramente da ridere..
“Io ci sono” è un gruppo di “taxisti“, siamo in nove ed è stato creato da Lello a fine febbraio: – Buongiorno, ho creato questo gruppo per condividere i turni del servizio taxi. C’è da accompagnare alla cava due ragazzi. – Mettimi in calendario. – Oh, mi che non è quello della Pirelli…
E così via.
Per qualche settimana ognuno del gruppo “taxi refugees” si impegnava ad accompagnare, alle sette e mezza del mattino, Peter e Azeez dal centro di accoglienza, sulla ex 131, alla cava di Monte Rosè, sulla vecchia strada per Stintino, dove frequentavano uno stage legato ad un corso che seguivano alla Scuola Edile di Sassari.
Non ci sono collegamenti dal bivio di Bancali per Monte Rosè, così Marcella e Alessandra hanno pensato bene di rivolgersi a quel vulcano di Lello, che in quattro e quattr’otto sarebbe capace di allestire un accampamento, figuriamoci se non trova qualche amico/a disponibile per aiutare il prossimo, bianco, nero o giallo che sia.
Mercoledì è il mio turno.
Non li avevo mai visti. Sapevo solo che erano neri e che dovevo andare a prenderli all’altezza della strada per su Crucifissu mannu.
Alle sette e mezza sono lì, l’appuntamento è per le 8 meno venti.
Ho aspettato appena qualche minuto. C’ero solo io nella strada bianca che porta al centro e appena mi hanno vista si sono affrettati, pensando di essere in ritardo.
– Io son Alba Rosa. – Piacere Pietro, lui è Azeez – mi fa quello più minuto, mentre salgono in macchina circondati da una nuvola di deodorante o dopobarba. – Perché Pietro? – gli chiedo. – In realtà mi chiamo Peter, ma sono in Italia e si dice Pietro, e poi mi piace di più.
Pietro ha venticinque anni, viene dalla Nigeria, un paese dilaniato dalla guerra civile e dal quale sono partiti circa tre milioni di sfollati.
E’ arrivato in Sardegna lo scorso anno e ha tanta voglia di integrarsi.
Il corso che sta frequentando alla scuola edile gli darà la possibilità di conseguire una qualifica, e dopo lo stage alla cava riceverà un attestato col quale potrà guidare i mezzi meccanici che si utilizzano in edilizia.
Il suo sogno è trovare un lavoro per guadagnare qualcosa: vorrebbe proseguire gli studi universitari di anatomia, interrotti quando è stato costretto a scappare.
Azeez ha ventun anni, ma parla pochissimo l’italiano, è anche più timido e sta aspettando i documenti da rifugiato.
Due ragazzi dall’aspetto tranquillo, più allegro e aperto Pietro, timido e silenzioso Azeez.
Li abbiamo accompagnati a turno per qualche settimana, fino alla conclusione dello stage, sempre puntuali, sempre sorridenti e grati per la nostra disponibilità.
Oggi Peter e Azeez hanno ritirato i loro attestati, possono guidare escavatori idraulici, pale caricatrici frontali e terne.
Sono orgogliosa di aver contribuito a questo traguardo, lo siamo tutti quelli che hanno dato la disponibilità di un’ora la settimana per qualche settimana, e, come dice Lello, ora “Noi con Salvini” devono stare attenti a invocare “ruspaaa!”, ché corrono il rischio che arrivi una ruspa guidata da Peter o da Aziz..
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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