Tra poco l’Ente Parco dell’Asinara compirà vent’anni. Che bello!
Chissà quali manifestazioni avrà in programma il Consiglio Direttivo e il Presidente per i festeggiamenti nell’isola che per oltre cento anni ha vissuto una vita tutta sua, fuori dalle dinamiche del territorio, dalla storia, dalla geografia, dalla politica e persino dalla natura.
Restituita alla “civiltà”, l’Asinara, doveva rappresentare, per le sue potenzialità, il volano per un nuovo modello di sviluppo da affermarsi una volta messa da parte l’industria che tante macerie ha lasciato, ma anche tanta ricchezza in sessant’anni di attività che hanno profondamente inciso nella vita sociale, economica e politica del nord Sardegna.
Ma l’argomento non è questo.
L’argomento è l’infelice e travagliata gestione dell’Ente Parco, che come altri enti di gestione che insistono su Porto Torres, sono nella disponibilità di personaggi e gruppi politici estranei alla storia, alla geografia e alla politica di Porto Torres. Mi riferisco in particolare alla gestione del Porto e alla gestione del Consorzio industriale.
Fino allo scorso gennaio la presidenza dell’Ente Parco era affidata all’avvocato, nonché ex senatore di Forza Italia, Pasqualino Federici, sassarese, scomparso poche settimane fa, ma non per questo meno responsabile dell’immobilismo in cui versava la gestione del Parco.
Alla sua decadenza è subentrato, di diritto, in quanto vicepresidente, Antonio Diana, sindaco di Stintino appena riconfermato a furor di popolo, entrato nel Consiglio Direttivo quasi a voler rappresentare le rivendicazioni degli stintinesi sulla giurisdizione dell’Isola dalla quale i loro antenati sono stati sradicati centotrenta anni fa, quando il Ministero della Giustizia istituì quella che sarebbe diventata la Cayenna italiana.
Naturalmente il Ministero dell’Ambiente, a norma della legge istitutiva del Parco, avrebbe dovuto nominare il nuovo presidente, ma i soliti tira e molla tra le forze politiche di Roma, di Cagliari, di Sassari ne stanno rinviando la designazione.
E Diana sta facendo il presidente!
Anzi lo sta facendo anche bene, e soprattutto lo sta facendo nell’ottica dello sviluppo e degli interessi della comunità che governa, con buona pace della comunità portotorrese, la cui amministrazione finora non ha prodotto nient’altro se non l’istituzione del “contributo di sbarco” di cinque euro a persona non residente e un “Avviso per Manifestazione di Interesse” con la quale INVITA “le persone che abbiano interesse a presentare la propria candidatura alla nomina di Presidente del Parco dell’Asinara”.
I requisiti per la partecipazione naturalmente sono stati stabiliti dalla maggioranza pentastellata con una delibera di consiglio assunta a maggioranza e prevedono poche cose: 1) la cittadinanza di Porto Torres o in alternativa lo svolgimento di attività lavorativa nel territorio di Porto Torres da almeno 5 anni; 2) l’esperienza nelle istituzioni, nelle professioni, ovvero di indirizzo o di gestione in strutture pubbliche o private; 3) non ricoprire incarichi pubblici; 4) essere in possesso di un diploma. Nel caso in cui le candidature siano superiori al numero di tre le stesse saranno sottoposte alla valutazione del sindaco.
Manca “astenersi perditempo”, ma non per questo il bando è meno esilarante.
C’è chi cerca la Titina, c’è chi cerca un presidente…
Gli asini, quelli bianchi ma anche no, continuano a pascolare.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design