La vita a Napoli, si sa, è tutto un melodramma. Per una vita non avevano vinto scudetti: ci avevano provato Pesaola, Altafini, Savoldi. Poi venne lui: Diego: ‘O padrone. E lo scudetto arrivò. A Spaccanapoli, uno dei quartieri più antichi di Napol, apparve lo striscione: “scusate il ritardo”, parafrasando un film di Troisi. Con Higuain si sperava potessero scrivere “ricomincio da tre”, sempre per omaggiare il grande Massimo, ed invece il terzo scudetto, se dovesse arrivare, non sarà il Pipita a portarlo in dono. L’uomo da 36 gol ha cambiato sponda, casacca e ha superato il vecchio Altafini che, come lui, abbracciò la stessa maglia: quella della Juventus. Fu ribattezzato core ‘ngrato e mai perdonato. Adesso tocca a lui, a Higuain, argentino come Maradona ma più accorto nel firmare i contratti che non abbracciare una maglia. I tempi sono cambiati, Maradona era sicuramente un pibe de oro, ma con un cuore morbido, troppo morbido. Spavaldo, irascibile, genio e sregolatezza, trascinatore. Si faceva amare, lui. Il Pipita meno. Bravo, grande genio rifinitore, fuoriclasse indiscutibile, ma con meno poesia di Diego. E’ inutile, il melodramma finisce con le lacrime, degne di un Mario Merola e del suo “zappatore” che non dovrebbe mai far piangere la mamma che a Napoli, si sa, è cosa sacra. Ed invece chiusa l’era di Maradona e di Facchetti, Maldini, Baresi, Del Piero, Totti, solo per ricordare alcune bandiere, è cominciata l’era dei calcolatori: sette milioni e mezzo a stagione, per quattro stagioni valgono bene una messa a Torino. A Napoli, nei bar non si parla d’altro. Il tradimento peggiore, quello di andare alla Juventus. A Torino, da buoni sabaudi sorridono in silenzio. E di nascosto. In fondo il Pipita gli era sempre piaciuto ai bianconeri. Core ‘ngrato. Certo. Perchè la vita, a Napoli è un arte e, come disse Eduardo: “questi sono giorni dispari” e lo scudetto sembra allontanarsi. Ed è un peccato. Era bella l’idea di pensare che dove finiva Maradona potesse cominciare Higuain. Ma la poesia non è più merce per il calpo. Da molto tempo. Almeno da quando Baggio non gioca più, come direbbe Cesare Cremonini. Auguri al Pibita e alla Juve. Sappia però che il cuore è una cosa seria e se si ascolta le canzoni di Pino Daniele scoprirà che Napoli era la sua vera città. A Torino il cuore batte sempre un po’ più piano.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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