E’ arrivato il suo turno, mi affaccio alla porta e la chiamo a sostenere il colloquio. – XXXXXXXXX si accomodi, tocca a lei. –
Entra con passo deciso. Una candidata sui generis che sembra appartenere a quella tipologia di alunni che crea un po’ di scompiglio in classe.
Scomoda magari, perché le mummie sono più facili da gestire, ma intelligentemente polemica. Argomenta con sagacia, non sorride, mostra poca piaggeria.
Il suo lessico è ricco, strutturato e usato con consapevolezza: ha studiato.
L’attempata e conformista presidente di commissione la guarda con occhio scettico: quelle basette rasate e i riccioli scomposti non la convincono affatto. I pantaloni cargo e gli anfibi ancora meno.
Il colloquio è brillante, ha un’ottima gestione dell’emotività. E se non fosse per quelle piccole mani che tremano sembrerebbe una ragazzetta spavalda e tracotante.
– Cosa intende fare dopo il diploma? – – Non so, le possibilità sono talmente tante e io ancora troppo indecisa. –
Stringe la mano a tutti i commissari, ringrazia, saluta e si avvia verso la porta. Si ferma bruscamente, come trattenuta da un ricordo appeso che vuole riacchiappare a tutti i costi, si volta verso la presidente, le punta l’indice addosso ed esclama:
– Comunque anche lei da giovane era una ribelle! – [Traduzione: ti sei imborghesita e ora ti dai un tono, ma anche tu dovevi essere una rompicoglioni proprio come me]
Se ne va. Senza accorgersi che ad accompagnarla ci sono le mie risate trattenute e i miei complimenti silenziosi.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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