Le spiagge sono quasi tutte simili, in questi giorni d’estate piena. In certe porzioni di sabbia si ammassano i corpi, incuranti dell’assenza di spazi vitali. Sul bagnasciuga si passeggia a fatica, in un andirivieni lento e costante, scansando castelletti di sabbia, diritti e rovesci di tennisti maldestri, bancarelle da mercato ambulante piazzate proprio sulla riva a impedire pure la vista del mare.
Se la spiaggia è lunga, si cammina finché la densità diminuisce. Così si può osservare la calca da lontano. Non voglio occhiali, né teli, né costumi ma dopo il decimo “no, grazie” pronunciato in cinque minuti col sorriso comincio a pensare che al prossimo, in arrivo con una boutique lignea di bigiotteria, regalerò un tono spazientito. Se non altro, qui, i locali non sparano musica nelle orecchie di chi non la vuole sentire.
Il mare dista pochi passi. Fresco, accogliente, infinito. Il mare è tanto, ce n’è per tutti. E qui è cristallino, trasparente, ti riconcilia con il mondo. Anche i pensieri vi trovano sollievo. Penso a un’immagine che mi aveva colpito poco prima, nella movida del bagnasciuga. Un passeggino con dentro una bambina, due anni sì e no. Era immobile, lo sguardo fisso su un telefonino con il quale non interagiva. Lo guardava e basta. Tutto intorno a lei, altri bambini correvano, si inseguivano, urlavano, giocavano. Ho cercato con la coda dell’occhio di capire se stesse guardando qualcosa. Mi è sembrato spento ma era solo un’impressione. Era comunque un’immagine in contrasto. E a me hanno sempre colpito i contrasti.
Come quando, un paio di giorni fa, attraversando la Sardegna da nord a sud, il finestrino del treno mostrava la terra arida intrisa di silenzio, le campagne gialle e annerite dal fuoco, le costruzioni di periferia, di architettura spartana e prive di intonaco. Paesaggi del colore di fogli bruciacchiati. Il contrasto è qui, ora. Con l’azzurro del mare e la sua freschezza, la folla che passeggia, l’ennesimo “no, grazie”, i bimbi che corrono e strepitano tranne lei che guarda il telefonino e forse è contenta così, chissà.
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