(Nella foto, inquinamento in Val Padana da un satellite Nasa)
La settimana scorsa, mentre guidavo verso Oristano, si è accesa una spia arancione sul quadro strumenti della mia auto, accompagnata dall’avviso “Controllare il motore”. Al mio meccanico di fiducia sono bastati dieci minuti per dirmi che si era intasato il filtro antiparticolato. Ha pestato vigorosamente sull’acceleratore e il tubo di scarico ha emesso una nuvola nerastra e puzzolente. Mi ha detto che potevo proseguire ma che l’intervento di pulizia andava concluso, operazione perfezionata oggi (tariffa: euro 65). Nel partire, mi ha consigliato di far frullare il motore ad alti regimi, per sgretolare definitivamente il tappo di cerume formatosi nella marmitta.
Visto che avevo pagato, dal meccanico ho preteso di sapere tutto sul filtro antiparticolato. Per chi non sapesse cosa diavolo sia, ve lo spiego alla maniera di un uomo della strada: è una scatolina dentro l’impianto di scarico della vostra auto concepita per trattenere le polveri sottili, dannosissime per l’ambiente e i nostri polmoni. Una delle invenzioni del nuovo corso ecologista del mercato dell’auto (lo so, vi viene da ridere). Il meccanico mi ha spiegato che le polveri vengono trattenute all’interno del filtro per tre, quattro o cinque anni, finché la scatolina non si intasa. E andrebbe rigenerata, liberandola da tutte le scorie accumulate, oppure sostituita. Solo che un filtro antiparticolato costa dai 900 euro in su. E anche rigenerarlo costa. ”Io non ne ho mai cambiato uno”, mi ha confermato il meccanico. E ha aggiunto che, peraltro, i soliti furbi hanno trovato il sistema per far defluire i gas combusti bypassando il nostro filtro.
E allora, cosa succede? Succede che il filtro si libera autonomamente attraverso un sistema di pulizia interna e tutte quelle scorie vengono espulse nell’aria. Alimentando l’effetto serra e sporcando i nostri polmoni, come se il dispositivo antinquinamento non fosse mai esistito. Insomma, l’ingegnosa invenzione serve a far stazionare queste porcherie per anni dentro un contenitore di latta, ma poi le suddette porcherie vengono liberate tutte in una volta nell’atmosfera.
Durante la permanenza nel filtro le particelle pare subiscano una mutazione che ne alleggerisce il potenziale inquinante, ma la sostanza non cambia di molto.
Me n’ero accorto, il giorno in cui si è accesa la spia, all’altezza di Posada: superata un’Apixedda che andava a trenta all’ora, ho pigiato forte sul gas e dal retrovisore ho visto liberarsi un fungo atomico da cui la motocarrozzetta è stata completamente avvolta. Sarà vero quel che mi ha detto il meccanico? Io temo di sì. Mi sono allora chiesto quanti dei ritrovati ecologici, dei cibi biologici, dei prodotti garantiti per un impatto zero rispettino le promesse. E quanto incida ogni anno sulle nostre tasche quel pezzo di capitalismo che promette di renderci la vita più sana e, invece, ce la rende solo più cara.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa (di Giampaolo Cassitta)
Il prete e il povero (di Cosimo Filigheddu)
Una modesta proposta (di Cosimo Filigheddu)
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Guarderò Sanremo. E allora? (di Giampaolo Cassitta)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.708 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design