“Si chiamava Piersanti”. Delrio non ha mai occupato nel mio olimpo politico ruoli di preminenza e devo dire che le periodiche inaugurazioni della Sassari-Olbia, ancora in alto mare, non me lo hanno reso più simpatico. Ma la sincera incazzatura con la quale ha rivelato al presidente del consiglio Conte il nome del “congiunto” del presidente Mattarella assassinato dalla mafia me lo fa apparire adesso onorevole emblema dell’opposizione che mi piacerebbe fare a questo governo. Per uno che la pensa come me ci sono milioni di motivi apparentemente più seri di preoccupazione a proposito di questo esecutivo e del grande consenso popolare che esprime. Il principale è che questo frankenstein di blocco governativo è l’espressione di una destra che storicamente vuole smontare il welfare e lo farà con il voto delle persone deluse da una sinistra che il welfare non lo ha difeso abbastanza e che ha anzi dimenticato la sua ragione di esistere, cioè i diritti sociali. Quindi, ragionandoci con calma, è da qui che dovrebbe muovere un’opposizione efficace che voglia anche rifondare una sinistra in Italia e in Europa. Ma siccome alle volte i sentimenti ti fanno strapensare e straparlare, il formalismo sfuggente e allusivo con il quale Conte ha fatto riferimento al fratello di Sergio Mattarella mi ha colpito più di tante cose che a una visione serena appaiono più pericolose di questa sciatteria. Piersanti Mattarella sapeva di mettere in gioco la sua vita, secondo alcuni aveva addirittura la certezza della morte imminente. Eppure continuò. Purtroppo l’Italia è una terra che ha bisogno di eroi e Piersanti Mattarella era un eroe. Penso che saranno pochi gli elettori dei due rami di questo governo sconcertati per questa lessicale presa di distanza da parte del presidente del Consiglio. Basta, dicono, avete perso, la sinistra ha perso, è arrivato il momento della concretezza. Eppure nella mia ignoranza sono convinto che quando prima o poi una grande maggioranza di questi elettori si renderà conto dell’errore, la presa di coscienza prenderà le mosse proprio da questo nome non detto.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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