Confessioni di un postino (di Massimiliano Hellies)

Dovrei essere professionale, dovrei essere neutro.
Scusate se non ci riesco.
No, non ci riesco quando porto raccomandate di studi legali a piccoli commercianti che fanno facce di chi sta subendo una tortura.
No, non ci riesco quando quotidianamente porto atti giudiziari alla stessa famiglia che non risponde mai, e vedo il loro giardino trascurato e la cassetta delle lettere non svuotata da tempo. Il tutto in uno dei quartieri più prestigiosi della città, una nota stonata incastonata tra prati inglesi e belle macchine.
No, non ci riesco quando devo recapitare altri atti giudiziari a imprese fallite, liquidate, chiuse, sparite.
I vetri sporchi, mobili ammassati, insegne scolorite.
Fantasmi di entusiasmi passati di chi sognava di crearsi il pane.
Sogni trasformati in incubi.
E non ci riesco nemmeno quando porto una patente e devo incassare 18€, e chi deve ritirarla abbassa lo sguardo e mi chiede di lasciargli l’avviso.
Scusate se non ci riesco ad essere un pezzo di merda.