per non parlare soltanto di macelleria democratica
Passa Conca de Mallu con l’Ape. Si ferma a comprare le sigarette anche lui. Scende dall’Ape a fatica. È grasso e zoppo, dal diabete. Ha qualche anno più di me: è nato al tempo degli Americani. È un miracolo che sia ancora vivo, ma sembra sempre contento. Sempre stato così. Sua mamma dice che si era azzoppata ballando il Ballo Americano, ma può anche essere una bugia messa in giro dalla gente. Anche sua mamma era sempre di buon umore, almeno fino a quando non le è morto l’altro figlio, quello bravo. Vivevano a poca distanza da noi, dall’altra parte del piazzale. Lei, l’amante e i due figli di due padri diversi ancora. Anche se non era sposata e aveva conosciuto la minca americana—per quattro scatolette e un po’ di cioccolato—la gente di Col di Lana si trattava bene con loro. Chi c’era passato diceva ancora: “La fame del ‘Quarantatre!” Si trattava bene con lei e l’amante, che erano gente buona e tranquilla. E con il figlio bravo. Lei aveva quel modo di ridere che sembrava ancora una ragazzina giovane e a tutti veniva facile rispettarla. E l’amante era un uomo tranquillo e rispettoso di tutti, sempre scalzo e seduto su uno sgabellino davanti alla porta di casa. I figli di lei erano Paoletto Conca de Mallu e il fratello bravo di Conca de Mallu. A Iglesias Conca de Mallu lo conoscevano tutti, ma il fratello faceva di tutto per non farsi conoscere. Paoletto aveva sempre una maglietta o una canottiera sporca sulla pancia grande—per quello gli avevano messo quel soprannome—seduto nell’Ape fuori dai giardini pubblici, aspettava che qualcuno gli chiedesse di fare qualche trasporto. Un paio di sacchi di cemento, una lavatrice. Suo fratello lavorava a Portovesme ed era sempre vestito bene. Aveva l’Alfasud e la lavava tutte le settimane. Si era fidanzato con una ragazza di un altro rione e doveva sposarsi, ma è uscito con l’Alfasud da una delle curve dopo Bindua. La mamma diceva: “Avevo un figlio buono e uno cattivo e Gesù Cristo mi ha preso quello buono e mi ha lasciato quello cattivo!” Conca de Mallu, quando lei diceva così, la guardava con quel suo sorriso buono. Voleva molto bene a sua mamma e con la sua testa non arrivava a capire tutto. Più che cattivo era un uomo grezzo e poco intelligente. Per quello andava in giro con l’Ape: non era buono a leggere e non poteva prendersi la patente. Con i viaggi dell’Ape guadagnava poco e, per arrivare a tirare su qualcosa in più, faceva il magnaccio e il ricettatore. A lavorare per lui ci aveva le due figlie gemelle del Tedesco e giravano in tre nell’Ape, anche se era proibito, e una volta sono finiti in una cunetta. Ma Gesù Cristo non li ha voluti, quei tre. A modo suo Conca de Mallu è un uomo fortunato, anche lui contento di quel poco che ha. E qualche cosa, almeno lui, deve essere riuscito a metterselo da parte, perché ancora mangia, beve e fuma. Era sempre entra-e-esci dalla galera. A qualcosa gli è servito. Mi ha raccontato un amico che si è fatto dieci mesi al Buoncammino—ma quello di Cagliari—che una volta ha sentito la porta della cella a fianco della sua aprirsi e chiudersi. E tutto il movimento che fanno quando arriva uno nuovo. Chiusa la porta, dice che sente questo qui che canta. –Ogni volta, ogni volta che torno, non vorrei, non vorrei più partì! –Beato lui!—ha pensato il mio amico. Arriva la sera e dice che il mio amico sente il suo nuovo vicino di cella piangere e a urla. –Mamma! Ohi mamma! Il mio amico, spaventato, chiama il secondino e gli dice: “Bisogna fare qualcosa! Il mio vicino stava cantando tutto il giorno e adesso piange e grida. Si sente male!” –Ma vai. Questo è Paoletto Cappai di Iglesias: prima canta e poi piange! Quando la cosa l’hanno saputo a Iglesias, i ragazzini gli cantavano “ “Ogni volta, ogni volta che torno…” Lui ha fatto quel suo sorriso e ha risposto calmo: “Altri tempi… Non sono passate due settimane che l’hanno arrestato di nuovo, che aveva nell’Ape della roba rubata.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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