“Vik” di spalle con il braccio sinistro alzato e le dita in segno di vittoria, la mano destra a stringere quella di Handala, il tenerissimo personaggio creato dal disegnatore palestinese Naji al Ali e divenuto simbolo della sofferenza del suo popolo. È questa l’immagine che viene da scegliere per introdurre e ricordare la storia di Vittorio Arrigoni, ucciso nel 2011 nel corso della sua permanenza a Gaza per conto dell’ International Solidarity Movement. A 5 anni di distanza dal suo assassinio la vita, l’impegno e la morte di Vittorio sono stati trasposti in un fumetto, Guerrilla Radio, la possibile utopia, del disegnatore e fumettista romano Stefano “Sk3no” Piccoli. L’autore ha di recente concluso un tour in vari comuni della Sardegna, accompagnato da Egidia Beretta, madre di Vittorio, che da anni gira l’Italia per ricordare il figlio e, con lui, la Palestina. La tappa ploaghese del tour ha portato Gaza e Vittorio davanti al pubblico degli alunni dell’istituto comprensivo “S.Satta-A. Fais”. Parlare di Palestina e di guerra, cose che sono percepite lontanissime quando la tarda infanzia è vissuta in un contesto rassicurante, non è facile, nemmeno quando la rappresentazione della morte è addolcita da un tratto lieve di matita. Eppure, qualcosa si muove. È grazie alla voce di Egidia che ricorda il figlio e la sua mai sopita voglia di andare, di lasciare la vita tranquilla per raggiungere l’Africa, la Russia, il Sud America. Con la sua voce Egidia cerca di continuare il lavoro che Vittorio svolgeva dalle pagine del suo blog, quel Guerrilla Radio, che ha dato il nome al graphic novel. E poi c’è la voce di Vittorio, che ci raggiunge dal video realizzato da Al Jazera prima della morte, (potete vederlo integralmente al link https://www.youtube.com/watch?v=MfZ6bIC5v2s), morte evocata nell’intervista e accolta con un sorriso: “Dovessi, morire, tra cent’anni, non vorrei essere seppellito sotto nessuna bandiera”.Semmai sotto l’ombra di un aquilone, come quelli che Vittorio vide e descrisse quando si trovava a Nablus:
“L’estate scorsa a Nablus mi sono reso conto, puntando gli occhi in aria, di quale potenza di suggestione abbia la fantasia dei bambini. Chiusa da mesi e mesi, le strade semideserte, le piazze ridotte a un cumulo di macerie, in aria si scorgeva la sfida dei bambini. Guardata verso l’alto, Nablus appariva come una città in festa, centinaia e centinaia di aquiloni ne coloravano il cielo in vortici di volo, come a dichiarare al mondo un segno di libertà a cui tutti questi uomini in miniatura agognano. I soldati sparano spesso contro gli aquiloni, sono il primo bersaglio dopo i lampioni per strada di notte. Ma ad ogni aquilone distrutto, il giorno dopo se ne presentano di nuovi più belli e colorati”. Vittorio non voleva restare fermo e, dice Egidia, “non potevo tarpargli le ali”. E così Vittorio è andato lontano e in alto, come gli aquiloni di Nablus.
Disegno realizzato dai ragazzi della classe III B della scuola media di Ploaghe
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